Mercoledì 24 Aprile 2024

Il dolce vivere dimenticato dall'Unesco

L’Unesco dovrebbe trasformarsi in “Unentro”. C’è una ragione per cui tra i beni segnalati come patrimonio dell’umanità vi siano le città tardo barocche del Val di Noto, e non Lecce e il Salento? Verona e non Viterbo? Disparità e ingiustizie @VittorioSgarbi

L’Unesco dovrebbe trasformarsi in “Unentro”. C’è una ragione per cui tra i beni segnalati come patrimonio dell’umanità vi siano le città tardo barocche del Val di Noto, e non Lecce e il Salento? Verona e non Viterbo? Disparità e ingiustizie. E se i siti Unesco comprendono Langhe e Roero, perché non la strada del prosciutto e dei vini dei colli di Parma? Che ingloba castello di Torrechiara, salame di Felino e culatello di Zibello? Nessun dubbio che il prosciutto di Langhirano sia patrimonio dell’umanità. Una parte del mondo dove è più alta la dolcezza del vivere. Basterebbero le parole di Maria Luigia, duchessa di Parma: «Non si ha la minima idea a Vienna della gaiezza che regna qui e di quanto si amino le mascherate e i buoni pranzi».

@VittorioSgarbi