Mercoledì 24 Aprile 2024

L'angelo caduto e quel luogo terribile

In uno dei siti più sacri d’Italia, non lontano da San Giovanni Rotondo, luogo di rinomata devozione popolare, intendo Monte Sant’Angelo, la sensibilità civica, valori della bellezza e quelli della fede coincidono

In uno dei siti più sacri d’Italia, non lontano da San Giovanni Rotondo, luogo di rinomata devozione popolare, intendo Monte Sant’Angelo, la sensibilità civica, valori della bellezza e quelli della fede coincidono. Nel santuario in perfetto equilibrio fra natura e architettura, con le sue grotte, i suoi portali, le mirabili sculture, le testimonanze bizantine, longobarde, federiciane, medievali e rinascimentali convivono in una profonda unità spirituale che si riflette nella viva coscienza civile dei cittadini, che rispecchiano quella spiritualità in pulizia interiore ed esteriore, in decoro e rispetto,non raro in Puglia, ma qui anche più consapevole.

In fondo, il loro santo non è un uomo, benché grande e vicino come Padre Pio, ma un Angelo, incorporeo e lontano, più vicino a Dio che all’uomo, e suo messo. È l’angelo Gabriele a portare l’annuncio del Signore alla Vergine, Raffaele è il soccorritore; ma Michele a contrastare il male, a misurarsi con Satana per difenderci. L’angelo è custode, ma Michele è armato per proteggerci. Santo popolarissimo e molto venerato non solo in Italia, di lui si parla nel capitolo XII del Libro dell’Apocalisse dove l’Arcangelo è presentato come avversario del demonio e vincitore dell’ultima battaglia contro Satana e i suoi sostenitori: «Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago (…) Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli». 

Michele, capo degli angeli, dapprima accanto a Lucifero (Satana) nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi. È quindi giusto che all’entrata del santuario di Monte Sant’Angelo sia scritto, per l’aspra battaglia di Michele contro il male, e la vittoria nel salvare le anime dei buoni rispetto a quelle destinate all’inferno dei cattivi (è lui che regola il traffico): «Terribilis est locus iste. Hic Domus dei est. Et porta coeli». Terribilis, appunto, come deve essere; e non come è stato ridicolmente e retoricamente tradotto in inglese: «This place is Marvellous», e in italiano, subordinatamente: «Meraviglioso è questo luogo». No. Terribile. Terribile e basta.