Giovedì 18 Aprile 2024

La beffa dell'arte inaccessibile

Non poteva capitare di peggio ieri al ministro Franceschini

Non poteva capitare di peggio ieri al ministro Franceschini. Intervistato da questo giornale, e pur parlando in un quadro più ampio, ha dichiarato, con riferimento all’arte e ai luoghi monumentali: «Le nostre città devono restare aperte». Bene. Condivisibile. Nello stesso giorno, nella cronaca di Ferrara, ero intervistato io su un tema analogo: «Mancano i custodi. E la Pinacoteca chiude... L’ira di Sgarbi: Franceschini lo sa?». No. Evidentemente non lo sapeva. E ha il sapore di una beffa. Nella sua città, nella nostra città. È una chiusura estesa: totale il lunedì, il martedì e il mercoledì; negli altri giorni orario ridotto; il prossimo primo maggio, «grazie alla generosa disponibilità del personale», dalle 13.30 alle 19.

Una provocazione per chi ha affermato di volere le citta (d’arte) aperte. Più che il primo maggio sembra il primo di aprile, per un riuscito Pesce. E invece è tutto vero; e oggi il ministro mi ha risposto, mentre la Stampa ferrarese, davanti al Vescovo, consegnava il suo autorevole premio alla “ famiglia Sgarbi”, riconoscendo con felice determinazione ciò che aveva visto per primo Carmelo Bene: «La mia avversione per la famiglia esclude un’eccezione riservata a casa Sgarbi: sono un po’ tutti pazzi, vivaddio, ma è un nucleo (quel che conta) di persone, dico persone che, vincolate da reciprocità affettiva, vivono una rarissima autonomia individuale ...».

Franceschini mi risponde, più disturbato che imperturbabile: «Ho letto, ovviamente non sapevo nulla. Adesso me ne occupo». Penso a cosa avrebbe fatto Italo Balbo, e come sarebbe stato possibile, allora, che la prima città del Rinascimento urbanistico italiano (la città di Biagio Rossetti) avesse i musei chiusi per metà settimana, essendo la città di un ministro (e oggi proprio di quello per i Beni culturali). Il paradosso, con questa dolorosa chiusura, è che l’unico Rinascimento possibile, e condiviso, è quello sportivo, con la squadra di calcio, la Spal, che va in serie A. Resta da chiedersi: ma l’annuncio delle chiusure, in questo ponte, e proprio nella festa del lavoro, è una ingenuità? È casuale o è strategico? Era forse il modo di far parlare della questione, con lo scandalo? Era un calcolo della esasperata direttrice, per richiamare l’attenzione del ministro, oltre le distratte vie gerarchiche, attraverso la impervia segreteria generale del ministero?Ma poi mi chiedo: i direttori dei musei, e proprio uno di quelli voluti con un concorso speciale dal ministro che li ha scelti, non hanno una corsia preferenziale con lui, di cui rappresentano i fiori all’occhiello? E, a maggior ragione, la direttrice della Pinacoteca nazionale di Ferrara?