Giovedì 18 Aprile 2024

Il silenzio sui crimini dei comunisti

Chissà perché la violenza non si chiama con il nome che la esprime, ma con riferimenti a senso unico, reticenti anche di fronte all’evidenza

Chissà perché la violenza non si chiama con il nome che la esprime, ma con riferimenti a senso unico, reticenti anche di fronte all’evidenza. Sono stato a Trieste per le celebrazioni della Liberazione alla Risiera di San Sabba, ho ascoltato i discorsi di giusta indignazione contro il Fascismo. Poi ho visitato le foibe di Basovizza, dove migliaia di italiani, anche donne e bambini, sono stati gettati vivi in cavità carsiche, senza pietà e a guerra finita, da comunisti jugoslavi sotto il regime di Tito. Ebbene, in nessuna lapide, in prossimità delle fosse, pur evidenziate, è richiamata la violenza comunista, come se del male fascista si dovesse parlare, del male comunista si dovesse tacere. L’assassino fascista ha un nome, quello comunista non esiste.