Mercoledì 24 Aprile 2024

La volgarità di chi deturpa l'arte classica

Due balordi reggicoda ( eppure storici dell’arte di qualche esperienza) dell’incredibile direttore di Palazzo Ducale a Urbino... @VittorioSgarbi

Due balordi reggicoda ( eppure storici dell’arte di qualche esperienza) dell’incredibile direttore di Palazzo Ducale a Urbino, membri della commissione scientifica del museo, con me non informato, hanno legittimato una delle tante assurdità nell’aberrante e protervo tentativo di far dialogare forzatamente arte classica e arte contemporanea. Così, nel cortile più bello del mondo, è stata collocata una intorcinata scultura di Tony Cragg con la consulenza di un critico d’arte, Ludovico Pratesi, evidentemente stimolato dalla subordinazione della Valle dei Templi ad Agrigento allo scultore alla moda Mitoraj.

Parimenti, un cortile integro e solenne, mirabile realizzazione di uno spazio ideale, è stato violato per consacrare un’opera che sarebbe stata perfetta nei nuovi spazi della Data sfigurati dall’architetto De Carlo, o, come io avevo immaginato, con convinzione, a riprova della mia considerazione dello scultore inglese, nelle grotte di Frasassi, a Genga, dove il modulo di Cragg è creato, tra stalattiti e stalagmiti, dalla natura. Ma è irresistibile, nella volgarità del nostro tempo, sconsacrare i templi dell’ordine e della ragione. Si chiamava “cortile d’onore”; è diventato “cortile del disonore”. Qualcuno ricorderà, per indicare un nobile precedente, la grande mostra di Henry Moore a Forte Belvedere a Firenze; ma quella occasione resta unica, in uno spazio non chiuso ma aperto, e all’aperto. E Forte Belvedere è una architettura fortificata di carattere funzionale, non uno spazio della mente. Le sue destinazioni strumentali equivalgono a quelle della Fortezza medicea di Arezzo, riabilitata per ospitare suggestivamente mostre di scultori contemporanei, come Ivan Theimer e Ugo Riva.

Violare una architettura come il cortile di Palazzo Ducale di Urbino, con la sua scritta eloquente, elegantissima, in magnifici caratteri capitali, interrotta da un gigantesco cavatappi, equivale a una bestemmia. La stessa di umiliare e asservire la Valle dei Templi di Agrigento a sfondo delle decorative sculture di Mitoraj, per ragioni commerciali, in uno spazio pubblico. A un austriaco in Italia, contro ogni regola, evidentemente è permesso. 

@VittorioSgarbi