Mirino Zublasing: il cuore di Petra che si scioglie solo per Campriani

Dall'inviato LEO TURRINI L’altoatesina debutta oggi nella carabina da 10 metri anche se le sue carte se le gioca soprattutto l’11 nei 50 metri

Petra Zublasing

Petra Zublasing

Rio de Janeiro, 6 agosto 2016 - I tappi per le orecchie sono pronti. Serviranno ad attutire i rumori delle fucilate. Ma meno semplice sarà controllare il rumore del cuore. Che batte, batte, batte. Mentre tu stai lì in postazione, controlli un bersaglio lontano, remoto e ti accorgi di essere solo. Anzi, nel caso nostro, sola. Oggi debutta alla Olimpiade Petra Zublasing. Cognome complicato, difficile da maneggiare per i titolisti di giornale. Petra comincia con la sua carabina nella gara dai dieci metri: non esattamente quella che ama di più, probabilmente la prova odierna le servirà per traforare il ghiaccio dell’emozione. La sua sfida vera è in calendario l’11 agosto: tre posizioni per colpire l’obiettivo da una distanza di cinquanta metri.

«Intanto parto dai dieci metri e sarei contenta di entrare nella finale a otto – spiega l’altoatesina – nel nostro sport tutto si gioca sulla ricerca di un equilibrio perfetto, perché devi essere in grado di mantenere sotto controllo l’emozione, ogni sparo può essere una trappola...». È così, da sempre. Il tiro a segno è disciplina piena di storie vagamente leggendarie. Ad Atlanta nel 1996 ci fu il cinese che collassò all’ultimo bersaglio, lasciando l’oro al nostro Di Donna.

Ad Atene un certo Emmons andò in tilt e colpì sì il bersaglio, ma quello della corsia di fianco! (stava dominando, finì ultimo). Insomma, ci sono tante cose che ti cambiano la carriera, se non la vita, in un istante. In un flash. In un boato che è il piccolo tuono che scappa via dalla bocca della carabina. Non che Petra, minuta ed elegante, sia inconsapevole.

La quotidianità dell’esistenza l’ha portata a dividere tutto con Niccolò Campriani. Lui, campione olimpico a Londra. Lui, che come lei ha studiato ingegneria civile in America. Lui, che si è innamorato di lei e poco importa se in coppia non sono popolari come Pellegrini-Magnini. Sempre di cuori intrecciati sotto la bandiera a cinque cerchi si tratta. E c’è chi dice, poi, che sia stata la Zublasing a togliere a Niccolò le ansie, le angosce, le crisi di panico che lo accompagnavano al cospetto del momento supremo. C’è una tenerezza, una delicatezza nei tratti di Petra che quasi stona con la sguaiataggine dei tempi moderni, quando qualunque sentimento viene ostentato sui social.