Mercoledì 24 Aprile 2024

Olimpiadi, boxe. Russo addio tra polemiche: un furto

L’azzurro esce ai quarti: «Non mi ha nemmeno toccato. Mi rifarò a Tokyo 2020»

Clemente Russo (AFP)

Clemente Russo (AFP)

Rio, 11 agosto 2016 - Eliminazione, rabbia e polemiche. Il pugno più forte, ieri, Clemente Russo lo ha tirato a fine match contro i giudici che lo hanno decretato sconfitto ai quarti di finale del torneo olimpico, dando vincitore il russo Evgeny Tishchenko. Una rabbia, quella del campano, contro chi gli ha negato la possibilità di conquistare la terza medaglia olimpica (in caso di vittoria e arrivo in semifinale sarebbe stato bronzo sicuro), e giocarsi un oro che è già sfuggito due volte, a Pechino 2008 e Londra 2012, quando il 34enne si è sempre fermato a un passo dalla gloria, ‘accontentandosi’ dell’argento. 

Il match, equilibratissimo, ha visto l’arbitro alzare il braccio di Tishenko: e qui è esplosa la furia di Clemente. «Dove sono gli esperti? Avete visto che è successo? Anche chi non capisce un cavolo di pugilato ha visto che avevo vinto. Nel secondo round ho messo a segno dai sette ai dieci colpi, lui mi ha toccato solo di striscio. Dal 2012 in poi è ricominciato lo schifo di prima, del resto i giudici sono uomini» lo sfogo di Russo. In effetti, il verdetto ha lasciato qualche perplessità, e persino il pubblico di Rio ha fischiato al momento dell’annuncio.

«Non riesco a crederci. - ha continuato Russo - Ho disputato una finale anticipata e penso di aver dato tutto, gestendo in modo intelligente tutte e e tre le riprese. Lascio a chi ha visto il match ogni commento. Ora mi riposerò e mi dedicherò ad altri progetti, anche televisivi. Poi ripartirò come al mio solito». Già, perchè l’azzurro non ha alcuna intenzione di fermarsi: l’oro olimpico ormai è un’ossessione, e dopo aver assaggiato per due volte quello mondiale (2007 e 2013), ‘Tatanka’ punta a Tokyo 2020:

«Fino al 2018 ho un contratto con l’APB e tra sei mesi è in programma la sfida contro il campione mondiale pro Deontay Wilder, che ho battuto a Pechino. Dopo, perchè non arrivare a 38 anni a Tokyo? Mi sento ancora giovane sia fisicamente che mentalmente». 

Auguri a lui, che avrà sempre al suo fianco il ct Damiani, quasi più infuriato di lui al momento del verdetto: «A Clemente dico tre volte bravo, ha fatto un match magnifico. Quello che è successo è stato un furto, un autentico scandalo. Questi signori devono andare tutti a casa. È una vergogna. Questo non è sport, ma politica per favorire quelli dell’est Europa». Accuse pesanti, ma figlie di una frustazione che arriva da lontano: già nel 2012, infatti, alle Olimpiadi di Londra, un giudizio molto controverso aveva regalato l’oro al britannico Joshua contro il nostro Cammarelle. E anche quattro anni fa, all’angolo azzurro, era stato Damiani ad ingoiare l’ingiustizia...