Martedì 16 Aprile 2024

PGA Tour: Tiger top ten

L'ex dominatore del golf mondiale ha concluso al decimo posto. Vittoria a sorpresa per Davis Love III

Tiger Woods

Tiger Woods.

EPILOGO: Tiger Woods si è classificato decimo con -13 sbagliand una sola buca in tutto il torneo, l’11ª (triplo bogey) del giro finale. Per il resto ha espresso un bel gioco per tutto il campo, è tornato a tirare diritto dal tee, sia pure con qualche eccezione, e ha trovato un ottimo feeling con il putter, che tuttavia l’ha un po’ tradito nel terzo giro. Dopo il tre colpi lasciati alla 11ª, preceduti da un bogey e da un birdie, Woods, probabilmente deluso dalla consapevolezza di aver perso la gara, ha segnato un altro bogey (12ª), poi ha dato vita a un piccolo show finale con quattro birdie sulle ultime sei buche. In sostanza i quattro colpi persi in quel momento di black out sono stati quelli che alla fine lo hanno separato dal vincitore.

Ha vinto a sorpresa Davis Love III con -17, risalito dalla decima posizione e divenendo a 51 anni, quattro mesi e dieci giorni il terzo giocatore più anziano a imporsi sul circuito. Il capitano della squadra statunitense per la prossima Ryder Cup (2016) ha siglato il 21° titolo in carriera, per un palmares in cui figura anche un major (PGA Championship, 1997), nel 716° torneo disputato e a distanza di sette anni e 146 gare dal precedente (Children’s Miracle Network Classic, 2008).

Love III, che è arrivato in club house con notevole anticipo, ha dovuto attendere parecchio prima di avere la certezza della vittoria, perché sul campo in molti avevano ancora possibilità di portarlo quanto meno allo spareggio. Jason Gore, però, si è fermato al secondo posto con 264 (-16) e hanno occupato il terzo con 265 (-15)  Scott Brown, il sudafricano Charl Schwartzel e l’inglese Paul Casey. Al sesto con 266 (-14) Brooks Koepka, Bill Haas, Webb Simpson e lo svedese Carl Pettersson, al 14° con 268 (-12) il tedesco Martin Kaymer, al 26° con 270 (-10) l’inglese Luke Donald e il colombiano Camilo Villegas, campione uscente, al 31° con 271 (-9) il fijiano Vijay Singh e al 38° con 272 (-8) lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño. Decisamente sotto tono l’australiano Adam Scott , 63° con 278 (-2), e il sudafricano Ernie Els, 68° con 285 (+5).

Love III, che nella graduatoria dei vincitori più anziani è preceduto solo da Sam Snead (52 anni, 10 mesi e otto giorni - Wyndham Championship 1965) e da Art Wall (51anni, 7 mesi e 10 giorni - Greater Milwaukee Open, 1975), è ora anche il terzo tra coloro che hanno la forbice più larga tra i primo e l’ultimo titolo (28 anni, quattro mesi e quattro giorni). Hanno fatto meglio Raymond Floyd (28 anni, 11 mesi, 20 giorni) e Sam Snead (28 anni, sei mesi, 28 giorni).

Un bogey alla prima buca non sembrava proprio la premessa per una rimonta, ma nelle sei successive Love III ha guadagnato complessivamente quattro colpi sul par aggiungendovi un eagle, quattro birdie e un altro bogey. Nel rientro un eagle alla 15 per il 64 (-6) ha fatto la differenza. Il successo gli ha portato 972.000 dollari, su un montepremi di 5.400.000 dollari, e la possibilità di giocare almeno la prima delle quattro gare conclusive della FedEx Cup, che regaleranno al primo della speciale classifica a punti ben 10.000.000 di dollari.

Gore, leader dopo tre turni, ha perso un po’ di terreno con un birdie e due bogey, ma con un eagle alla buca 15 si è rimesso in corsa per il titolo, senza però conseguire il birdie per lo spareggio nelle tre buche che aveva ancora davanti. Sono arrivati al traguardo corti di due colpi, malgrado una buona progressione, Schwartzel (sei birdie e due bogey per il 66, -4) e Casey (cinque birdie e due bogey per il 67, -3)

Brown è riscorso agli effetti speciali con una “hole in one” alla buca 3 (par 3, yards 174), ma il seguito è stata altalena. Tre birdie e due bogey prima di arrivare alla 18 dove con un birdie avrebbe quanto meno riportato in campo Love III, ma il tentativo di forzare ha prodotto un altro bogey (68, -2).

TERZO GIRO: Tiger Woods è secondo con -13, alla pari con Scott Brown e con lo svedese Jonas Blixt. È passato a condurre a sorpresa con 195 (66 67 62, -15) Jason Gore, 41enne di Van Nuys (California) con un solo titolo nel circuito, datato 2005, e sette conquistati nel Web.com Tour, un onesto comprimario che comunque ha già ricavato oltre cinque milioni di dollari dalla sua attività e che ha avuto il merito di indovinare il giro della vita, perché in carriera non aveva mai segnato un 62 (-8, con nove birdie e un bogey). Woods ha espresso ancora un bel gioco, ma al contrario dei giorni precedenti, non è stato troppo preciso con il putter. Specie nelle buche di rientro si è quasi sempre procurato occasioni da birdie, anche se non tutte da corta distanza, ma ha spesso ha sfiorato di un niente il bersaglio e sull’ultimo green la palla ha sbordato procurandogli l’unico bogey del turno  contro i tre birdie ottenuti alle buche 1, 5 e 16. Nel driving accuracy la sua percentuale è stata del 61,90% e nei greens in regulation del 79,63%.

 
La nota più significativa della giornata ha indicato cosa voglia dire per il golf un Tiger Woods ritrovato ai vertici della classifica. Al Wyndham Championship 34.000 spettatori in una sola giornata non si erano mai visti. Tutti, naturalmente, o quasi per seguire lui, compreso un ragazzo con un cappello di paglia che ad ogni buca gli ha gridato: “Io sono il tuo più grande fan Tiger”. 
 
Il direttore del torneo Mark Brazil ha detto: “E’ un giorno storico per questa gara” e l’ex numero uno mondiale ha commentato: “L’atmosfera è incredibile. E’ veramente un divertimento giocare davanti a tutta questa gente entusiasta”. Poi sulla sua prova ha aggiunto: “In qualche occasione ho colpito la palla un po’ forte con il putter e ho passato la buca. Ho giocato cercando di essere aggressivo e domani sarà come oggi. Questo non è un campo dove puoi adagiarti sul par in attesa dell’occasione giusta, ma devi cercartela in ogni buca altrimenti non si vince”.   Almeno altri undici concorrenti hanno possibilità di vincere: Webb Simpson, Brandt Snedeker, entrambi past winner, Jim Herman, l’inglese Paul Casey e l’australiano Cameron Percy, quinti con 198 (-12), Justin Leonard, Nick Watney, Bill Haas, Davis Love III, il sudafricano Charl Schwartzel e lo svedese Carl Pettersson, decimi con 199 (-11).

SECONDO GIRO: Tiger Woods ha mantenuto il ritmo del primo giro e nel secondo con un parziale di 65 (-5) colpi e il totale di -11 ha agganciato Tom Hoge in vetta. Era dal 2013, quando vinse la 79ª e per ora ultima gara nel circuito, il WGC Bridgestone Invitational, che l’ex numero uno mondiale non si proponeva come leader. Woods ha accusato subito un bogey, ne ha aggiunto un altro alla settima buca, ma ha virato in attivo di un colpo sul par grazie a tre birdie. Molto sicuro il cammino nel ritorno con due birdie e un eagle alla 15ª, una vera perla nata da un secondo colpo al green come solo lui sa fare e da un putt a segno da circa cinque metri. 
“Ho realizzato uno score buono - ha detto Woods in sala stampa - ma forse avevo giocato meglio ieri. Non riuscivo a mettere la palla nella posizione che volevo rispetto alla buca per essere più aggressivo e ho dovuto effettuare qualche putt in discesa. Ho comunque avuto molta pazienza e ho quasi sempre dato alla palla la velocità giusta. Il mio gioco non è cambiato rispetto agli ultimi tempi, solo che non si traduceva in buoni punteggi come è accaduto in questi due giorni. Sto anche avendo un grande aiuto dagli spettatori. Sono veramente meravigliosi, mi seguono in tanti e mi sostengono. Fa caldo, ma loro sono sempre lì in ogni parte del campo a offrirmi il loro supporto”.

  Seguono la coppia di testa con 130 (-10) Chad Campbell e il 51enne Davis Love III, da tempo in ombra dopo venti titoli nel tour comprensivi di un major, e quinta piazza  con 131 (-9) per Brandt Snedeker, Scott  Brown, Nick Watney, Bill Haas, per l’australiano Cameron Percy e per lo svedese Carl Pettersson.   In risalita l’inglese Paul Casey, in leggero regresso il tedesco Martin Kaymer, entrambi 11.i con 132 (-8), e in ascesa anche il sudafricano Charl Schwartzel, 16° con 133 (-7). Al 22° posto con 134 (-6) Webb Simpson e Brooks Koepka, al 32° con 135 (-5) l’inglese Luke Donald e lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño, al 42° con 136 (-4) l’australiano Adam Scott e il fijiano Vijay Singh e al 52° con 137 (-3) il sudafricano Ernie Els. Fuori al taglio per un colpo il giapponese Hideki Matsuyama, 71° con 138 (-2), che nei primi due giri ha giocato insieme a Woods e a Koepka.

PRIMO GIRO: Tiger Woods, particolarmente ispirato, si è preso tutta la scena con un 64 (-6) e il settimo posto. L'americano ha offerto giocate vecchia maniera e il pubblico è stato tutto per lui anche se hanno fatto meglio William McGirt, Erik Compton e Tom Hoge, leader con 62 (-8), e Jim Herman, Derek Ernst e Morgan Hoffmann, quarti con 63 (-7).   Hanno marciato di pari passo con Woods anche Davis Love III, il tedesco Martin Kaymer e lo svedese Carl Pettersson e hanno concluso con un colpo in più Tom Gillis, lo svedese Jonas Blixt e il giapponese Hideki Matsuyama, 11.i con 65 (-5).  Al 20° posto con 66 (-4) l’inglese Paul Casey, il fijiano Vijay Singh e lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño, al 35° con 67 (-3)  Brooks Koepka, l’australiano Adam Scott e i sudafricani Ernie Els e Charl Schwartzel e al 66° con 68 (-2) l’inglese Luke Donald. Nessun bogey per il trio di testa con McGirt e Compton autori di otto birdie e con Hoge che ha ottenuto lo stesso esito con un eagle e sei birdie.   Woods ha iniziato dalla buca 10 imbucando una palla da circa venti metri fuori dal green per il birdie. “C’è stato un boato - ha detto Brooks Koepka, che giocava con lui insieme a Hideki Matsuyama - da tempo non sentivo una cosa del genere”. Ha aggiunto Tiger: “La gente è impazzita ed è stato così per tutto il resto del campo”.   Subito dopo l’ex numero uno mondiale ha perso un colpo, ma è stato l’unico bogey del turno. Da quel momento ha trovato precisione dal tee e ha ben interpretato pendenze e velocità su green in cui aveva giocato per la prima volta nei giri di prova. In due occasioni ha messo a segno putt di almeno cinque metri, la prima per salvare un par e la seconda per realizzare il quarto birdie prima del giro di boa, poi nel rientro ha completato il punteggio con altri tre birdie, impeccabile con il putter da media distanza. “Ho realizzato sei colpi sotto il par in un giro che doveva essere tra i due e i quattro. In questo c’è stato anche il supporto degli spettatori che sono stati fantastici. In realtà hanno contribuito allo spettacolo anche Brooks e Hideki che si sono espressi molto bene” ha concluso Woods.   PROLOGO - Tiger Woods, contrariamente alle sue abitudini, non si prende una pausa e scende nuovamente in campo, a una settimana dal deludente US PGA Championship in cui è uscito al taglio, per partecipare al Wyndham Championship (20-23 agosto) sul percorso del Sedgefield Country Club, a Greensboro nel North Carolina. E’ probabile che con impegni più assidui il suo rendimento torni a livelli competitivi e magari vicini al suo vecchio standard, cosa che in tanti auspicano, ma sulla quale in pochi sono ottimisti.   Malgrado il torneo si giochi dopo un major, dove la tendenza dei big è quella di concedersi un turno di riposo, il field è sicuramente di buona qualità per la presenza, oltre che di Woods, anche di Brandt Snedeker, Brooks Koepka, Webb Simpson, dell’australiano Adam Scott, del tedesco Martin Kaymer, degli inglesi Paul Casey e Luke Donald, dello spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño, dei sudafricani Ernie Els, Charl Schwartzel e Branden Grace, del giapponese Hideki Matsuyama e del fijiano Vijay Singh, che sebbene quasi al termine di una luminosa carriera, è capace sempre di dare spettacolo. Il montepremi è di 5.400.000 dollari con prima moneta di 972.000