L'inizio della triste vicenda è avvenuto venerdì scorso quando Dan Olsen, ex mediocre giocatore del PGA Tour con una sola stagione intera nel 2004 e l'ultima apparizione al PGA Chempionship del 2001 con taglio mancato, ha probabilmente o ingenuamente deciso di farsi un po' di pubblicità. Quale argomento migliore per balzare agli onori delle cronache? Beh, parlare di Tiger Woods. E in quale modo? Il peggiore, inventando un'ipotetica sospensione per doping.
Nell'intervista rilasciata a una radio del Mitchegan (potete ascoltarla qui) Olesen ha riferito che una fonte affidabile gli avrebbe riferito di una sospensione di un mese di Woods a causa di un mancato controllo anti doping e di utilizzo di attrezzatura non legale. La dichiarazione ha scatenato ovviamente i media anche perché la smentita da parte di Mark Steinberg, agente di Woods, ha avuto l'immediatezza di un comunicato, è arrivata qualche ora dopo. «Queste accuse sono assolutamente, inequivocabilmente e completamente false. Non c’è nessuna fonte, non sono verificate e sono totalmente ridicole». Il Pga Tour, per voce del vice presidente esecutivo Ty Votaw, ha confermato che non c’è nulla di vero nelle accuse mosse da Olsen.
A tre giorni di distanza Olesen, mediante il sito thegame730am, ha ritrattato interamente quanto dichiarato dicendo che i suoi commenti sarebbero stati travistati. L'americano si è scusato con la Nike, il PGA Tour, Phil Mickelson, Tiger Woods e Tim Finchem. Ma bastano delle scuse per far andare nel dimenticatoio tutta la vicenda?
Andrea Ronchi - [email protected] © riproduzione riservata