Tiger gira sotto par ma resta ultimo

L'ex numero uno al mondo scende in campo dopo oltre tre mesi di stop. Tante le novità, tra le quali il nuovo swing messo in atto con il coach Chri Como

Tiger Woods

Tiger Woods

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Secondo giro: Superate le velleità di essere tra i protagonisti per la vittoria, Tiger Woods si sta concentrando sul gioco e le sensazioni che arrivano dal nuovo "vecchio" swing. Nel secondo giro l'ex numero uno al mondo è sceso sotto par chiudendo in 70 colpi. Woods ha appesantito in punteggio con un doppio bogey sull’ultima buca dopo aver segnato in precedenza un eagle, tre birdie e un bogey. «Non mi sono sentito molto diverso da ieri in campo - ha detto - Ho commesso qualche errore in meno, ma il mio gioco è stato solido come lo era stato nel primo giro. Indubbiamente le cose sono andate molto meglio attorno al green e ho imbucato qualche putt importante».

Il gioco è stato sospeso quando il leader Jordan Spieth e Steve Stricker dovevano completare una buca, ma alla conclusione la classifica non dovrebbe subire variazioni di peso. Infatti Spieth ha mantenuto la leadership con -11 e i due colpi di vantaggio sullo svedese Henrik Stenson, secondo con -9 appaiono come una buona garanzia. Al terzo posto con -8 Patrick Reed e l’inglese Justin Rose, risaliti dalle retrovie rispettivamente con un 63 (-9) e un 64 (-8), al quinto con 137 (-7) Bubba Watson, Jimmy Walker e Rickie Fowler. Ha ceduto Zach Johnson, campione uscente, da secondo a ottavo con -6 alla pari con Keegan Bradley, e Steve Stricker (-5) ha la possibilità con un birdie di agganciarlo e di lasciare da solo al 12° posto con 139 Matt Kuchar. In affanno il nordirlandese Graeme McDowell, 14° con -3 e Hunter Mahan 16° con -2.

Primo giro: Guardando lo score di +5 nel primo giro del ritorno in campo di Tiger si potrebbe essere sconsolati: 77 colpi frutto di un solo birdie e quattro bogey e a un doppio bogey. Il Fenomeno però vede il bicchiere non completamente vuoto: «È stato un giro strano - ha spiegato - in cui non ho colpito la palla così male come il punteggio potrebbe far intendere, ma il mio gioco corto è stato terribile». Non ha tutti i torni poiché analizzando i numeri si nota che ha colto otto dei 14 fairway, in due occasioni la palla si è fermata sul bordo della pista e ha commesso solo due veri errori da tee, mentre la dicono lunga i tre chip di cui ha avuto bisogno per raggiungere il green della buca 13 (par 5). In ogni caso con lo score di 77 colpi è al 18° e ultimo posto.

Al comando con 66 (-6) c'è Jordan Spieth, apparso molto tonico dopo il successo della scorsa settimana nell’Australian Open che l’ha portato in undicesima posizione nel world ranking In una classifica molto corta il 21enne di Dallas, con un titolo nel circuito datato 2013 (John Deere Classic), precede di misura Zach Johnson, campione uscente, Steve Stricker, Rickie Fowler e lo svedese Henrik Stenson. Al sesto posto con 68 (-4) Jimmy Walker, il nordirlandese Graeme McDowell e il giapponese Hideki Matsuyama, al nono con 69 (-3) Matt Kuchar e Bubba Watson. al 14° con 72 (par) Keegan Bradley e l’inglese Justin Rose. Spieth ha fissato il suo score con sette birdie, di cui cinque consecutivi, e un bogey. 

PROLOGO: Tiger Woods torna in campo. Lo fa nel torneo organizzato dalla propria fondazione di beneficienza al Isleworth Golf & Country Club in Florida. La gara, riservata a 18 giocatori tutti invitati, vedrà in campo ben sette dei primi 11 giocatori al mondo ed è regolarmente inserita nel calendario PGA. 

Non sarà della partita il numero uno al mondo Rory McIlroy ma Woods si è detto comunque soddisfatto del numero di campioni che hanno deciso di prendere parte alla gara. Inoltre, inutile nascondersi, i riflettori saranno proprio puntati sul Fenomeno americano che torna in campo dopo oltre tre mesi. Dall'ultima deludente apparizione, con taglio mancato in un major per la quarta volta in carriera (il PGA 2014 a Valhalla) sono cambiate molte cose, primo tra tutti il coach che non è più sean foley bensì Chris Como. «Con Chris abbiamo rivisto le videocassette del mio swing da ragazzo e ci siamo chiesti come potessi generare tanta potenza - ha detto Woods - abbiamo preso i capisaldi del movimento e da lì abbiamo cominciato a lavorare. Sento il nuovo "vecchio" movimento molto famigliare, ora avrò bisogno di tirare molte palline ma anche di provarlo durante le competizioni».

Tiger poi ha ripercorso velocemente la stagione conclusa nella quale ha preso parte a solo sette gare con quattro tagli mancati: «Ho affrettato i tempi di rientro dopo l'infortunio perché pensavo di essere pronto fisicamente senza però riflettere su cosa avrei voluto fare del mio swing. I risultati ne sono stati l'evidenza». Ora Tiger ha perso un po' di peso e ha un nuovo vecchio swing che in campo pratica pare molto efficace. Vedremo cosa succederà sul campo.

Andrea Ronchi - [email protected]  © riproduzione riservata