Giovedì 18 Aprile 2024

G7 Ambiente, indietro non si torna

Il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti alla vigilia del g7 a Bologna spiega le ragioni per cui sarebbe un disastro disattendere l'accordo di Parigi

Il Ministro Galletti

Il Ministro Galletti

«LA STRADA INTRAPRESA a Parigi è comunque irreversibile, America o non America. Su questo Trump non può’ nulla. Innovazione e tecnologia vanno in quella direzione, verso l’economia circolare. Rimanere fuori dall’accordo di Parigi non è un vantaggio come Trump crede, ma si tradurrà in una perdita di competitività per le aziende americane. In altre parole, non è neppure un buon affare». Il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti lo ripete da prima del G7 di Taormina «indietro non si torna. Per noi e non solo per noi, l’accordo di Parigi è ben vivo e in grado di dispiegare i suoi effetti sull’ambiente e sull’economia». Ministro Galletti, con l’avvento di Trump alla Casa Bianca i negazionisti hanno rialzato la testa... «Gli elementi scientifici che abbiamo, i vari rapporti dell’Ipcc e delle più importanti accademie, mostrano con chiarezza quale potrebbe essere il disastro al quale andremmo incontro se non adottassimo subito una politica sociale ed economica diversa, e non mitigassimo le emissioni dei gas che alterano il clima. È un problema etico morale, bisogna agire». In questo senso è molto forte la spinta che è venuta da Papa Francesco che ha parlato con forza anche a chi finora non credeva alla gravità della questione climatica. Può essere decisivo? «Il Papa con la sua enciclica ha già prodotto una svolta nel negoziato di Parigi, ha avuto una influenza importante sull’esito della Cop 21 di Parigi. Il G7 Ambiente di Bologna avrà proprio come ispirazione e guida le parole del Papa, perché non ci limiteremo a parlare di tutela dell’ambiente in senso stretto ma lo faremo nell’accezione più ampia che lui ci ha indicato. Dell’economia integrale. Quindi per molti versi sarà un G7 ambiente all’insegna dell’enciclica del Papa». Degrado dell’ambiente, aumento della povertà, instabilità, guerre, migrazioni: tutto si tiene? «Sono la stessa faccia della stessa medaglia. Una cosa ha immediati riflessi sull’altra. La mancanza di acqua e di risorse naturali, lo sconvolgimento del clima, l’innalzarsi del livello del mare porteranno a migrazioni che oggi vengono stimate in 250 milioni di persone. Qualcuno può pensare oggi di ignorare uno scenario del genere? La forza dell’ambiente è che o si vince tutti insieme o si perde tutti assieme. Se pensi di vincere da solo o di ignorare quel che fa il tuo vicino hai già perso. In questo senso strumenti multilaterali come il G7 sono importanti Hanno una doppia responsabilità per noi paesi sviluppati. La prima, è quella di investire in tecnologia, in innovazione. La seconda è quella di far fronte all’obbligo di ripagare quello che il Papa chiama debito ecologico, e cioè evitare che i paesi che sono oggi sul percorso di industrializzazione che noi abbiamo iniziato nell’ottocento ripetano i nostri errori». Il che concretamente cosa significa? «Trovare le risorse. Noi vogliamo lanciare al G7 di Bologna un grande piano Marshall per l’Africa. Oggi non bisogna inventarsi niente. Gli impegni sono già stati presi, nell’accordo di Parigi si parla di trovare 100 miliardi all’anno dal 2020 da investire nei paesi in via di sviluppo. Ma 100 milioni sono tanti. Al G7 noi cominceremo a parlare dei meccanismi finanziari attraverso i quali questo sarà possibile. È sul come che c’è ancora poca chiarezza, non sull’impegno. Per questo affronteremo il tema della finanza vede e dei meccanismi fiscali. Se non si vuole che quelle di Parigi restino solo delle buone intenzioni, questo è ciò che dobbiamo fare. Incominciando ad esempio ad eliminare i sussidi ambientalmente scorretti e utilizzando quelle risorse a favore delle energie rinnovabili». Che significa per il sistema paese l’economia circolare? «Consumare meno materie prime e produrre meno rifiuti significa essere più competitivi. Investire i economia circolare non significa quindi seguire una moda verde ma investire in competitività- E l’Italia può fare molto bene. Questo trend va assecondato, irrobustito. Per questo, ad esempio, noi abbiamo messo nel piano Industria 4.0 la possibilità per chi investe in macchinari per l’economia circolare di accedere del superammortamento del 250%. Il G7 ambiente è una grande opportunità per i nostro paese, per mostrare la sua vitalità e le sue ambizioni. E poi è una grande occasione per Bologna, che si può candidare a diventare una delle capitali verdi del mondo». Con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda state elaborando la nuova Strategia Energetica Nazionale. Quali sono i vostri obiettivi? «Il primo punto della Sen è il raggiungimento degli obiettivi di Parigi. Quindi arrivare a un taglio di emissioni del 40%, a un aumento del 27% dell efficentamento energetico e ad avere il 27% di rinnovabili. Come ci si arriva? Limitando sempre di più l’uso delle fonti fossili puntando su rinnovabili e gas. Per i trasporti puntiamo sull’elettrico, sull’ibrido, sul biometano. Il che avrà anche positivi effetti anche sulla qualità dell’aria. Perché nell’ambiente tutto è legato, tutto si tiene...».