Mercoledì 24 Aprile 2024

La calda annata

Le tempertaure elevate e la siccità dei mesi estivi, seguiti dall'anomalo freddo di aprile, hanno generato un calo produttivo di 15 milioni di ettolitri . I dati di Assoenologi: Veneto primo nella vendemmia 2017, seguono Puglia ed Emilia Romagna

UVA VIGNETO VENDEMMIA TENIMENTI  D'ALESSANDRO CORTONA

UVA VIGNETO VENDEMMIA TENIMENTI D'ALESSANDRO CORTONA

BOLOGNA UN’ANNATA eccezionale. Nel senso letterale del termine: dal punto di vista climatico – il riferimento è alla siccità con cui molte regioni hanno dovuto fare i conti nei mesi estivi dopo l’anomala ondata di gelo di aprile – «non si ricorda una stagione come quella in corso», avverte Assoenologi. Tutto questo ha generato una produzuibe decimata. I dati elaborati dalle 17 sedi territoriali della stessa Assoenologi evidenziano una produzione di oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto allo scorso anno. Tutte le regioni italiane hanno fatto registrare consistenti cali produttivi con punte medie anche del 45% in Toscana, Lazio, Umbria e Sardegna. Con 38,9 milioni di ettolitri (è una proiezione) il 2017 si colloca al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947 (3,4 milioni). «Purtroppo – l’analisi di Assoenologi – il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, aggravato anche dalla grande carenza di riserve di acqua nei terreni, si è protratto anche per lunga parte del mese di settembre causando un’ulteriore perdita di peso dei grappoli, che ha fatto scendere la produzione di questa campagna sotto i 40 milioni di ettolitri. Solo in alcune aree c’è stato un lieve miglioramento grazie alle precipitazioni del mese di settembre, che hanno contribuito a migliorare più i livelli qualitativi che quelli quantitativi».

«L’impatto degli eventi climatici è stato notevole, qualità eterogenea ma buona»

IL PRIMO produttore italiano si conferma il Veneto con una media di ettolitri prevista per il 2017 di 8,1 milioni (10,1 milioni nel 2016, calo del 20%). Al secondo posto c’è la Puglia (6,7 milioni di ettolitri e un decremento del 30%) che precede l’Emilia Romagna: da Piacenza a Rimini, invece, la proiezione porta a 5,9 milioni di ettolitri a fronte dei 7,8 dello scorso anno. Seguono la Sicilia, l’Abruzzo e il Piemonte. La Toscana si ferma a 1,6 milioni contro gli oltre 3 milioni del 2016: sconta il calo record di produzione del 45%, 1,3 milioni di ettolitri. Più giù Lombardia con 960mila ettolitri e un -35%. La qualità è eterogenea in tutt’Italia. «Le uve, da un punto di vista sanitario, sono state conferite alle cantine perfettamente sane, ma con differenti maturazioni anche all’interno di uno stesso vigneto e, spesso, con grappoli molto disidratati. La qualità – spiega Assoenologi – risulta quest’anno eterogenea, complessivamente abbastanza buona, ma con diverse varianti che evidenziano punte di ottimi livelli qualitativi e altre, dove il clima si è particolarmente accanito, di livello inferiore. Quest’anno più di altri, ha giocato un ruolo determinante l’approccio scientifico degli enologi, in particolare nella conduzione dei vigneti».