Tenute del Cerro: il boom è assicurato

Il gioiello del gruppo Unipol brilla nei vigneti di Toscana e Umbria. Vendite fuori dall'Italia in crescita del 20%

Vino

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TENUTE DEL CERRO si appresta a chiudere il 2017 con un boom di vendite sui mercati esteri (+20%), in particolare negli Usa, Germania, Cina. Sono il Nobile e il Brunello a trainare le vendite fuori dai nostri confini. Un successo coronato dal prestigioso riconoscimento dei Tre bicchieri del Gambero rosso per il Nobile di Montepulciano 2014, pur in una annata difficile. «L’espansione sui mercati esteri era il focus del nostro Piano strategico triennale – dice con soddisfazione Antonio Donato, direttore generale dell’ex SaiAgricola oggi controllata dal gruppo Unipol –. Ormai siamo presenti su 18 mercati internazionali e la nostra mission non è solo quella di investire in tecnologie e processi produttivi, ma anche sulle leve di marketing con innovazione e distintività. Un nuovo approccio per sfruttare al meglio l’opportunità di comunicare i vini e le eccellenze italiane fuori dal nostro territorio». La vendemmia 2017 ha visto una drastica riduzione dei volumi (-40%) con la conseguenza che «faremo meno vino ma di ottima qualità nella media», dice ancora Donato. Le 5 tenute, di cui quattro vitivinicole, arrivano da lontano, dalla famiglia Agnelli attraverso l’ex impero assicurativo della famiglia Ligresti fino alla attuale proprietà del gruppo Unipol. Fattoria del Cerro a Montepulciano, La Poderina a Montalcino), Còlpetrone a Gualdo Cattaneo (Pg) e Villetta di Monterufoli in Val di Cornia (insieme a Montecorona in Umbria che però fa solo olio) rappresentano quarant’anni di storia vitivinicola ed emblema di eccellenza in Italia e nel mondo, attraverso la valorizzazione del territorio e della sua produzione, del vino, primariamente, ma anche di olio, frutti e colture cerealicole. OGNI tenuta ha nel suo dna un glorioso passato, da Montecorona, mille anni di storia con la Badia e l’Eremo camaldolese, ex proprietà negli anni ‘40 del tenore Beniamino Gigli, fino al Relais Villa Grazianella circondata da 600 ettari della Fattoria del Cerro, già casa di vacanza della Curia Vescovile di Montepulciano sino a Monterufoli, vecchia stazione mineraria immersa in mille ettari di parco incontaminato. Il potenziale produttivo è di 1,8 milioni di bottiglie (di cui 1,2 solo a Montepulciano) su 360 ettari di vigna in due regioni come Toscana e Umbria, strategiche per l’Italia del vino. Un patrimonio «importante e unico», spiega il presidente Vincenzo Tassinari – manager di lungo corso, una vita ai vertici della grande distribuzione cooperativa – che «abbiamo riorganizzato, riposizionato e ri-valorizzato e i risultati del 2017 sono un segnale forte del buon lavoro svolto. Produrre uve e vini sempre più apprezzati dai mercati ci consentono di guardare al futuro in termini di sviluppo». Una possibile crescita del gruppo sarebbe nel mondo dei bianchi in una regione d’eccellenza come il Friuli. Il futuro? Si chiama sostenibilità. Tassinari ha portato Tenute del Cerro nella rete Wrt (Wine research team): 35 imprese vitivinicole che condividono know how e ricerca nella sperimentazione in vigna e in cantina di tecniche all’avanguardia nella sostenibilità ambientale e nella tutale del patrimonio varietale italiano. «Per dare sostanza allo stile italiano nel mondo – conclude Tassinari – servono qualità e ambiente e ci stiamo impegnando al massimo in questa direzione». Sul mercato interno il gruppo vitivinicolo lavora sia sul canale Horeca che sulla Gdo con due linee di prodotti diversi. «Siamo presenti nelle principali catene della Gdo con tutti i nostri vini tranne i cru e lavoriamo sulla ristorazione nelle aree metropolitane come Milano, Roma, Bologna, Firenze e Venezia», spiega ancora Donato. Intanto prende corpo a Montepulciano il rinnovato hub logistico per tutto il gruppo.