La nuova linea della Monte Schiavo

Ciclo naturale, tecnica al minimo

Vini

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ESI (Ancona) CON quasi un milione di bottiglie e un fatturato di circa quattro milioni di euro, la Monte Schiavo vini ha potenziato la sua presenza sui mercati esteri (Gran Bretagna e Giappone in primis) e nazionale. L’azienda, di cui è titolare Gennaro Pieralisi leader nel mondo anche per la produzione di macchine per la molitura dell’olio, ha presentato la sua nuova linea «Tenute Pieralisi»: vini naturali, dove l’intervento della tecnica è limitato al minimo. Il territorio è un valore e come tale vogliamo valorizzarlo, tornando a fare vino come la tradizione delle nostre genti», ha detto Gennaro Pieralisi, presidente del gruppo, mentre l’amministratore delegato Andrea Pieralisi ha sottolineato che l’azienda è «al secondo anno di conversione biologica e punta a un mercato medio-alto con la riduzione delle quantità e l’aumento della qualità». Un cambiamento coinciso con l’arrivo di Carlo Ferrini, enologo di fama internazionale e spiegato dal direttore commerciale Davide Orru: «Produciamo un nuovo Verdicchio la cui fermentazione avviene solo con lieviti autoctoni, non microfiltrato e dunque naturale». Un vino fresco e fruttato, con ottima nota acida. E ancora: «Oltre al bianco, la nuova linea Tenute Pieralisi prevede anche due Rosso Piceno: il Caccialepre, Montepulciano e Sangiovese, , affinato in grandi botti di rovere per dodici mesi, e il Re di Ras che è la versione superiore». Il Rocco Piceno Caccialepre punta sui tannini vellutati e sui piccoli frutti rossi. Re dei ras invece ha note fruttate di ciliegia e ribes e tannini robusti. Due vini che si prestando anche per l’invecchiamento.