New York Times e Wall Street Journal: "Ci tuffiamo nel futuro, ma con la qualità di sempre"

Dean Baquet e Gerard Baker sul palco di Crescere tra le righe 2015 parlano delle sfide del giornalismo insieme a Sara Varetto e Massimo Gramellini

Baquet, a sinistra, e Baker

Baquet, a sinistra, e Baker

Bagnaia (Siena), 22 maggio 2015 - Con un gioco di parole potremmo definirlo un confronto all'americana. E in effetti è stato un confronto tutto statunitense quello tra Gerard Baker, direttore del Wall Street Journal e Dean Baquet, direttore del New York Times. Due colossi dell'informazione che oggi producono notizie in molti modi diversi, così come in molti modi diversi si promuovono ai lettori. "Il giornalismo e la sfida digitale" era il tema del confronto tra i due, con, sul palco a condurre, Sara Varetto e Massimo Gramellini. "Al mattino non scegliamo più chi seguirà la notizia ma come la seguirà", dice Dean Baquet parlando di come il New York Times ha cambiato il modo di approcciarsi alla notizia.

"Quasi tutti quelli che assumo ne sanno molto più di me in fatto di tecnologia - sorride Gerard Baker parlando del Wall Street Journal - Comunque il nostro giornale si è adattato e si sta adattando". Su una cosa concordano i due direttori. E' impossibile dire dove il giornalismo andrà nei prossimi anni. L'invenzione di un nuovo tipo di device o di un nuovo social network potrebbe cambiare le carte in tavola così come hanno fatto Facebook e lo smartphone. Resta una grande bussola a guidare tutto questo, la qualità.

"Noi del New York Times - dice Dean Baquet - vogliamo essere i migliori. Cerchiamo di essere i migliori per quanto riguarda le notizie internazionali. La sfida è arrivare nei settori di nicchia. Se volessimo parlare di ballo dovremmo farlo bene perché ci sono molti siti specializzati che hanno più risorse e conoscenze di noi nel parlarne. L'importante è mantenere alta la qualità nei temi principali". 

Dean Baquet risponde poi a una domanda se la tecnologia ci ha reso o meno migliori: "Sono cresciuto a New Orleans e se sentivo di qualche evento a New York non avevo la possibilità di immaginare come fosse. Le nuove tecnologie portano a poter vedere tutto. E' quindi incredibile come la tecnologia abbia cambiato il modo in cui creiamo. Ci ha reso migliori, forse non ci riflettiamo neanche su. Questa è un'opportunità non solo per un giornale tradizionale. E' una cosa incredibile intermini di cambiamento. Ci ha resi migliori, sono d'accordo su questo". 

"Quando un governo o un'azienda producono un comunicato - dice Baker - si tratta di una informazione non filtrata. Ecco che a quel punto servono dei giornalisti professionisti che parlano di questo comunicato e filtrano le informazioni, cercando anche notizie nascoste, che in una situazione normale non verrebbero date". Uno dei dati più preoccupanti che abbiamo diffuso negli ultimi tempi riguarda il fatto che ci sono cinque volte più addetti delle pubbliche relazioni che giornalisti. L'importante è che il lettore capisca che il genere di informazioni che viene fornita dai pr è non filtrato".