Giovedì 18 Aprile 2024

Montecatini, affondano le terme del Granduca. Stop e maxi penali per la piscina

Montecatini, un flop la trasformazione delle Leopoldine firmata Fuksas

Sottoinchiesta

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Marco A. Innocenti

MONTECATINI TERME (Pistoia), 25 agosto 2014 - LE GRANDI OPERE di recupero e trasformazione costano. Soprattutto se a firmarle sono certi mostri sacri dell’architettura, come Massimiliano Fuksas. E a Montecatini i costi lievitano anche quando il cantiere è fermo che più fermo non si può, ormai da quasi 3 anni e mezzo. È l’incredibile caso delle Terme Leopoldine, progetto per piscina termale e Bagno Romano che, partito a giugno 2009 da una previsione di 15 milioni di euro, è ormai alla soglia dei 30 anche per colpa della maxi-penale del blocco lavori: quasi un milione e mezzo. Terme di Montecatini Spa è di proprietà pubblica: metà del Comune e metà della Regione. Quest’ultima nel 2014 ha pompato nelle casse aziendali 6,3 milioni fra aumenti di capitale e finanziamenti a breve e il Comune ha deliberato di erogare altri 1.2 milioni, oltre ad aver comprato il parco termale per un paio di milioni, usando i proventi della tassa di soggiorno. Pochi giorni fa le banche del pool guidato da Bnl hanno dato il via libera al mutuo di 8 milioni per la ripresa del cantiere Leopoldine, deserto da 41 mesi. 

LO STOP fu dato nell’aprile 2011 (e forse già dalla fine di marzo) e da allora gli operai dell’Ati guidata dalla Cooperativa Muratori Sterratori e Affini (Cmsa) se ne sono andati: gli ingenti crediti accumulati non consentivano più di andare avanti. L’impresa costruttrice si è presa la proprietà di centralissimi fabbricati e terreni dell’ex Imbottigliamento (stimati in 1,7 milioni), che però non bastano a chiudere la partita. Montagne di soldi dalla Regione, dal Comune e dalle banche (che a fine 2013 vantavano già crediti per 21 milioni). Eppure il cantiere ancora non riparte. 

C’È sì una pratica da completare alla Soprintendenza ai Beni architettonici di Firenze, ma soprattutto c’è da sedersi al tavolo con la Cmsa per parlare della penale del fermo cantiere. Sì, perché anche con gru e betoniere in totale silenzio il tassametro delle Leopoldine continua a correre tutti i santi giorni. Sul posto sono rimasti gru, centinaia di metri di ponteggi e materiali, cui si aggiungono i mancati introiti. Nel piano industriale delle Terme, aggiornato nel maggio 2013, l’indicazione è esplicita chiara: lo stop del cantiere fra il 1° aprile 2011 e il 30 giugno 2013 ha comportato un costo stimato dall’ufficio tecnico in 903.100 euro. Ogni giorno che il sole sorge costa all’azienda 1.100 euro. Dal 1° luglio 2013 a oggi sono trascorsi altri 420 giorni. Basta fare una semplice moltiplicazione per vedere che la penale ha toccato quota 1.365.000, e prima che tornino gli operai si arriverà in prossimità del milione e mezzo di euro. Cifra enorme, che aggrava una situazione finanziaria già pesantissima.

ADESSO la grande sfida, all’interno della sfida ancora più grande della piscina Fuksas, è quella di convincere la Cmsa a ridurre una penale da togliere il sonno. Poi si parlerà dei costi e dei tempi per completare un’opera di proporzioni tali che Montecatini, ormai è chiaro, non poteva permettersi.