Pagamento delle tasse
27 Febbraio 2015 - Aspetta da 25 anni il rimborso del fisco, ma quando finalmente lo ottiene ecco la beffa: la somma non comprende gli interessi, manca il software per calcolarli in automatico e l'Agenzia delle Entrate, senza, non è in grado.
La storia è riportata da La Stampa e racconta lo sfogo di un torinese in una lettera inviata alla rubrica 'Specchio dei tempi'. Protagonista una donna, la madre del lettore, imprenditrice in pensione che oggi ha 85 anni. Nel 1989 le viene “indebitamente notificata una cartella esattoriale da svariati milioni di lire” per presunti mancati versamenti Irpef tra il 1976 e il 1979. La contribuente paga, per restare in regola, ma presenta subito ricorso in tribunale.
I giudici le danno ragione in primo grado, l'Ufficio delle imposte dirette ricorre, ma anche in secondo grado il verdetto non cambia. E così accade anche con la Commissione centrale, tanto che nel 2014 arriva lo sgravio e il relativo rimborso. Ma ecco la spiacevole sorpresa: la cifra prevista è di 12mila euro, esattamente quanto pagato 25 anni prima senza un centesimo di interessi. Quando il figlio, che ha sempre gestito la questione ed è deciso a portare avanti la battaglia della madre, chiede spiegazioni la risposta è sconfortante: “Una gentilissima funzionaria mi ha comunicato che manca ancora la procedura per il rimborso”.
Insomma, senza programma informatico, l'Agenzia non è in grado di calcolare gli interessi e quindi aspetta. E qui, al contribuente, il dubbio sorge spontaneo: “Se tardo a pagare una tassa qualsiasi, la procedura per addebitarmi gli interessi di mora esiste in automatico. Perché lo stesso principio non vale anche per l'Agenzia dell'Entrate?”. Gli uffici torinesi di competenza, interrogati sulla questione, si sono trincerati dietro un prevedibile 'no comment'.