Sla, l'Ice Bucket Challenge ha funzionato

La moda dei Vip diventata virale sui social network nel 2014 ha portato milioni di dollari alla ricerca e si intravede già la possibilità di nuovi farmaci per curare la Sla

Gigi Buffon ha aderito all'Ice bucked challenge (Lapresse)

Gigi Buffon ha aderito all'Ice bucked challenge (Lapresse)

Roma, 28 luglio 2016 -  Le secchiate gelate in testa - il famoso Ice Bucket Challenge, 'moda' diventata virale sui social network a fine estate 2014 - non sono state solo un modo da Vip per farsi pubblicità e mostrare al mondo la loro generosità. La buona notizia è che il denaro raggranellato grazie a quei video che hanno fatto impazzire il web ha finanziato due studi sulla Sla, che sono arrivati a risultati importanti.

Lo comunica la ALS Association, principale ente benefico a cui sono andati i soldi della campagna a secchiate di ghiaccio. Certo, la strada per sconfiggere la Sclerosi laterale amiotrofica è ancora lunga, ma i risultati stanno arrivando. Per il progetto interbazionale Mine una super-squadra di ricercatori - ben 80, sparsi in 11 diversi Paesi del mondo - ha identificato un nuovo gene responsabile della Sla, il Nek1, considerato tra i più comuni geni che contribuiscono alla malattia. Particolare importanza rivestono due studi italiani, pubblicati sulla rivista Nature Genetics: nel primo il gene Nek1 è stato confermato nel ruolo patogenetico delle forme familiari, mentre nel secondo si conferma il ruolo di un altro gene, il Sarm1, nella sua associazione con la malattia.

Il Mine, esulta sul suo sito la Als Association, è il più grande programma di medicina nel suo genere e sta esaminando la composizione genetica di 15.000 persone che affette da Sla e di 7.500 persone sane. L'obiettivo è di scoprire tutti i geni che sono responsabili della Sla. Poi i ringraziamenti ai coraggiosi che si sono sottoposti alle docce di acqua e cubetti di ghiaccio: "Il sostegno della sfida Ice Bucket ha avuto un impatto profonto - scrive l'associazione - e con i milioni di dollari raccolti stati in grado di espandere significativamente le nostre ricerche".

Sempre la Asl association sottolinea che "la cosa più eccitante di questo risultato è che dà agli scienziati una nuova, promettente via per lo sviluppo di farmaci" contro la sclerosi. Insomma, se la ricerca fa passi da gigante grazie a quella specie di catena di Sant'Antonio su Facebook che è stata l'Ice Bucket Challenge, ben vengano queste iniziative. Le polemiche non hanno più alcun senso, se ci sono i risultati: più d'uno aveva protestato sostenendo che la campagna metteva al centro dell'attenzione le reazioni dei Vip - in Usa Justin Bieber, Bill Gates, intere squadre di fotball o basket e, in Italia tra gli altri Luciana Littizzetto e Gigi Buffon - piuttosto che la malattia. E c'era chi sospettava che in realtà, dopo la sofferenza della doccia, non tutti aprissero adeguatamente il portafogli. Dubbi passati: il futuro è incrementare ancora i fondi per la ricerca.