Sinodo, lettera dei cardinali conservatori al Papa: "Assemblea pilotata, no alla comunione ai divorziati"

Cardinali scrivono al Papa per sottolineare, tra le altre cose, la loro opposizione alla comunione ai divorziati risposati

Papa, Sinodo non fa patteggiamenti

Papa, Sinodo non fa patteggiamenti

Roma, 12 ottobre 2015 - Non era sfuggita agli addetti ai lavori, e non poteva esserla, la battuta sibillina del Papa al Sinodo contro "l’ermeneutica cospirativa", bollata come quella "sociologicamente più debole" e "teologicamente divisiva". A chi si riferiva Francesco nel suo intervento a sorpresa a due giorni dall'inizio dell’assemblea sulla famiglia? La risposta ‘certa e certificata’ si è avuta oggi, con la pubblicazione, da parte di un blog molto vicino agli ambienti conservatori, di una lettera indirizzata al Papa, a inizio Sinodo, e firmata da una decina di cardinali. Nel testo in lingua inglese si contesta il metodo di lavoro dell'assise, paventando addirittura il rischio di un summit pilotato dalle frange più liberal.  Questi alcuni dei porporati coinvolti in quest'ultima spy story vaticana: Thomas Collins (Toronto), Timothy Dolan (New York), Willem J. Eijk (Utrecht), Péter Erdo (relatore generale del Sinodo), Gerhard L. Müller (prefetto della Congregazione per la dottrina della fede) Wilfrid Fox Napier (presidente delegato del Sinodo), George Pell (prefetto della Segreteria per l’economia), Mauro Piacenza (penitenziere maggiore), Jorge Urosa Savino (arcivescovo di Caracas), Robert Sarah (prefetto della Congregazione per il culto divino), Angelo Scola (arcivescovo di Milano) André Vingt-Trois (presidente delegato del Sinodo).

COSA C'E' NELLA LETTERA - Una lunga lista che, a metà pomeriggio, si è andata ad assottigliare. Scola, Piacenza, Vingt-Trois ed Erdo hanno, infatti, comunicato di non aver mai sottoscritto la lettera, mentre Napier è pronto a ritirare la firma, perché il testo non corrisponderebbe a quello che gli avevano illustrato. Ma che cosa c’è scritto nella missiva? In sostanza i cardinali si oppongono alla comunione ai divorziati risposati, lamentano la mancata elezione dei membri della commissione, che redigerà la relazione finale del Sinodo, e puntano il dito sull’organizzazione dei lavori nei circoli minori, rea, a loro dire, di pregiudicare un vero dibattito interno. In verità i commissari sono stati eletti - Francesco ne ha solo ampliato la rosa per favorire la partecipazione di vescovi da ogni continente -, mentre nei gruppi ristretti il confronto è stato sin da subito aperto e trasparente. Ne è prova il fatto che gli emendamenti al documento base, l'Instrumentum laboris, sono stati tutti votati e le prime sintesi dei circoli presentate urbe et orbi. In questo contesto il Papa ha inferto la sua stoccata all’ermeneutica cospirativa, incomprensibile o quasi inizialmente, ma ora fin troppo chiara. Anche a quei prorporati che hanno ingranato precipitosamente la retromarcia.