Venerdì 19 Aprile 2024

Sinodo: cos'è, i temi, gli schieramenti

Riflettori puntati sul Vaticano da domenica al 25 ottobre

Sinodo dei vescovi (Lapresse)

Sinodo dei vescovi (Lapresse)

Roma, 3 ottobre 2015 - Comunione ai divorziati risposati, accoglienza degli omosessuali, convivenze: stavolta si fa sul serio. A un anno dall’assemblea straordinaria, che ha fatto il punto sullo stato della famiglia nel secondo millennio, il Sinodo dei vescovi torna a riunirsi, stavolta in forma ordinaria, per discutere e votare le linee operative della pastorale familiare. I riflettori saranno puntati sul Vaticano da domenica al 25 ottobre.

Il Sinodo Istituito da papa Paolo VI nel 1965, con il duplice obiettivo di rafforzare la collegialità episcopale e tener vivo lo spirito riformatore del Concilio ecumenico Vaticano II, il Sinodo è un’assise di vescovi provenienti da diversi paesi, convocata e presieduta dal Pontefice per affrontare un tema specifico. Ha natura consultiva, salvo che il Papa non le affidi un mandato deliberativo. Di norma comunque è lo stesso vescovo di Roma, a sinodo concluso, a tirare le fila del confronto in un documento chiamato esortazione apostolica.  Il Sinodo si riunisce in tre forme: straordinaria, ordinaria e speciale. Nel primo caso, la composizione dell'assemblea è sostanzialmente ristretta ai presidenti degli episcopati nazionali e ai vertici della Curia romana che dibattono su una questione considerata urgente; nel secondo la rappresentanza dei singoli paesi è molto più ampia, mentre la terza ipotesi investe solo i prelati di una specifica area geografica. Solitamente il Sinodo viene convocato ogni tre anni in forma ordinaria: tredici le assise celebrate finora. Altro organismo diverso dal Sinodo è il Concilio ecumenico, che non solo raggruppa l'intero episcopato mondiale, ma ha anche funzione deliberativa, condividendo con il Papa la sovranità universale sulla Chiesa.

I temi caldi Per Papa Francesco l’accesso alla comunione "non è l’unica soluzione" per i divorziati risposati, di sicuro però è l’argomento simbolo e più dibattuto alla vigilia anche di questo secondo sinodo sulla famiglia. I paragrafi ad hoc del documento finale dell'assemblea dello scorso anno non raggiunsero la soglia canonica dei 2/3 dei consensi, ciononostante Bergoglio ha scelto di riproporre il tema nell’Instrumentum laboris, lo schema di lavoro del vertice di domenica. Stesso destino per un altro argomento spinoso come quello dell’accoglienza di gay e lesbiche. Al Sinodo ci sarà spazio anche per una riflessione sulle convivenze, di cui il documento preparatorio non esita a evidenziare gli aspetti positivi, e sulla contraccezione. Sul punto l'Instrumentum laboris invita la Chiesa "a coniugare" la coscienza degli sposi con la norma oggettiva sul no alla pillola. Ma i vescovi discetteranno anche della bellezza della famiglia cristiana, della preparazione al matrimonio e della trasmissione della fede tra le generazioni.

Gli schieramenti La battaglia teologica sarà fra i sostenitori dell'ortodossia, fedeli a una verità senza compromessi, e chi, in linea con la Chiesa-ospedale da campo di Francesco, punta sulla medicina della misericordia. Guardando ai profili dei partecipanti, su 276 membri del Sinodo, solo una cinquantina è di orientamento progressista. A guidare i novatores c'è il cardinale tedesco Reinhard Marx, nomen omen. Con lui si schierano l'intera delegazione teutonica, i vescovi francesi, austriaci, svizzeri, belgi, inglesi più qualche asiatico e sudamericano. Il blocco conservatore fa incetta di monsignori in Africa, Italia, Spagna, ma soprattutto può contare sui delegati statunitensi. Tre quarti dei quali pro life duri e muri.  Il Papa, in questi giorni molto attento a lanciare segnali distensivi verso destra - vedesi l'abbraccio alla funzionaria anti nozze gay - ha scelto personalmente 45 membri del Sinodo, per lo più sensibili al cambiamento. Un segnale ulteriore di come la pensa in tema di pastorale familiare. Due nomi e altrettante curiosità. Il vescovo più intransigente presente al Sinodo è il mozambicano Francisco Chimoio che, anni fa, accusò i produttori europei di preservativi "di infettare deliberatamente con il virus HIV i loro prodotti allo scopo di sterminare rapidamente gli africani". Il belga Johan Bonny gli è agli antipodi: lotta per il riconoscimento delle coppie gay e per la liberalizzazione della pillola.