Mercoledì 24 Aprile 2024

SILVIO TOGLIE IL MILAN DAL MERCATO

Francesca Cozzi Milano «Non vendo il Milan». Firmato Silvio Berlusconi. La settimana delle smentite (di facciata) prosegue tra tensioni crescenti e indiscrezioni. Le dichiarazioni a ruota libera del presidente a margine di un incontro politico continuano a far parlare. Berlusconi ha ammesso che il bilancio chiuso il 31 dicembre scorso, complice la mancata qualificazione in Champions League, avrà un rosso compreso tra i 55 e i 65 milioni. Una perdita che si aggiunge ai 250 milioni di indebitamento netto (tra banche e finanziatori privati) del club, prosciugato nell'ultimo quadriennio (160 i milioni persi, di cui 23 nelle ultime due stagioni). Berlusconi ha fatto intraprendere alla società la strada dell'austerity stabilendo le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva: l'unico investimento oneroso che sarà fatto in futuro sarà il riscatto dall'affitto Casa Milan. Alla soglia dei 79 anni il Cavaliere sta dismettendo parte del suo impero: per 100 milioni ha appena ceduto l'11% di Mediaset Premium (che ha smentito la necessità di cedere parte dei diritti tv della Champions, pagati 900 millioni, a Sky) a Telefonica (a cui aveva ceduto anche il 22% di Digital Plus) e dovrà uscire da Mediolanum dopo essere diventato pregiudicato con la condanna definitiva nel processo Mediaset. La situazione finanziaria di Fininvest è scomoda con un PSN negativo di 1,5 miliardi (il patrimonio di Berlusconi è valutato 6,8 milioni, 143esimo uomo più ricco al mondo). Obbligatorio quindi valutare la cessione di una quota del club. Almeno. Il Milan resta appetibile sul mercato ma non alla cifra che pretende Berlusconi che utilizza la stima di Forbes secondo cui il club vale 750 milioni. Con 350 milioni di tifosi nel mondo, il 97% dei quali all'estero, il Milan può interessare a tanti magnati stranieri desiderosi di farsi un nome internazionale: c'è stato l'interessamento di Bee Taechaubol in autunno, quello di una cordata svizzera-australiana poco prima di Natale. Barbara ha anche provato a chiedere a Fly Emirates di diventare azionista-sponsor ricevendo un no cortese, almeno per il momento. Ammiccamenti e poco più. Il prezzo stabilito da Silvio Berlusconi è troppo alto per chiunque voglia fare business: pesa l'assenza di uno stadio di proprietà. I figli (Marina in testa) gli avrebbero consigliato di abbassare le pretese trovando un varco nel cuore del padre. Il Cavaliere è stanco. Stanco di sperperare denaro in tempo di crisi, stanco di perdere, forse stanco del Milan.