Mercoledì 24 Aprile 2024

SILVIO: «MILAN DA SCUDETTO»

Claudio Negri Milano «VOLETE IBRA? Lo voglio anch'io. Possiamo lottare per lo scudetto e tornare subito in Champions». Alle cinque della sera Silvio Berlusconi, acclamato da trecento tifosi giovani e forti, ha il cuore in alto. Nell'aria calda e densa come uno stufato di patate, il Grande Capo ha così officiato da par suo l'ultima parte della messa solenne, cominciata con l'investitura tecnica di Sinisa Mihajlovic e poi allargatasi a Milanello nel primo giorno attivo della nuova stagione rossonera. Già alle 10 del mattino, in Casa Milan, il sommo sacerdote aveva parlato, quasi monologando per ua ventina di minuti, con la bella Barbara rosseggiante al suo fianco e con Mihajlovic e Galliani scravattati come il patrono a latere. Cascata argentina di sogni da toccare: «I tifosi possono sperare nello scudetto. Col signor Mihajlovic si può competere con la Juve: lui è stato un grandissimo giocatore e poi insegnerà a battere le punizioni in un certo modo. Tra le scelte tecniche mi sono convinto che la sua è stata la migliore. Il mercato? Ci sto mettendo soldi miei e della mia famiglia. In 29 anni di Milan ho investito 1,6 miliardi di euro. Mister Bee porterà la sua esperienza per commercializzare il marchio in Asia: in Cina abbiamo 240 milioni di simpatizzanti...». Dopo aver magnificato i nuovi acquisti Bertolacci, Bacca e Luiz Adriano, il Grande Capo ha guardato negli occhi Mihajlovic, e questi ha retto lo sguardo: «Non ho paura di confrontarmi col presidente: è un privilegio». E guai a levargli la parola, Silvio compreso. Il serbo, con la sua voce da biscotto integrale, ha colpito l'uditorio dei cacciaviti con una frase a effetto: «Non sono un ruffiano, non ho una storia rossonera da regalare ai tifosi, ma li potrò convincere col mio lavoro». E poi il buon Sinisa pesca nel sacrario di un gran padre fondatore, Herbert Kilpin, magnificando il rosso della foga e il nero da paura della nota bicromia diabolica: «Le ultime stagioni sono state difficili ma faremo di tutto per tornare grandi, con forza, morale e carattere. Tutti devono tornare a temerci». Modulistica e novità di ruolo? El Shaarawy in mediana l'è bella assai: «Possiamo inventarlo centrocampista, mi ha dato piena disponibilità. E Menez può fare il trequartista e la seconda punta. Poi non c'è un modulo che ti fa vincere o perdere... comunque abbiamo preso due grandi attaccanti e giocheremo con due punte». Poi via, tutti a sudare per la causa. Aspettando Ibrahimovic, e chi sennò? Come dice il Grande Capo, sorridendo di sguincio: «Se viene ce lo pigliamo...».