Giovedì 18 Aprile 2024

Sicurezza delegata

di Viviana Ponchia

IN VACANZA la capacità dei bambini di mettersi nei guai aumenta in parallelo alla certezza dei genitori che almeno lì ci si può rilassare. La montagna, tanto quanto il mare, mantiene accesa la fiamma della vigilanza, piena com’è di pericoli tangibili: il precipizio e il fiume, la vipera e il temporale. Ma una spiaggia che male può fare? La sabbia è morbida, il bagnino sveglio e qualsiasi piccino che possa permettersi due settimane a Rimini ha fatto almeno un corso di nuoto. E quindi liberi tutti, infrangibili sotto la protezione 50 come se il solo nemico fosse il sole. Liberi i fanciullini e liberi gli adulti, consacrati ad altre attività apparentemente innocue come soccombere a pessimi libri da 800 pagine. Invece le madri guerriere di certe estati perdute lo sapevano, il mare può fare malissimo. Perché è profondo, perché è abitato e si muove. E una passata di crema sulle spalle non ripara dal destino, implacabile contro i genitori distratti. Quelle madri che alle dieci del mattino tiravano fuori da una sporta di paglia la focaccia farcita e a merenda distribuivano gelatine di frutta, imponevano sulla battigia l’allerta permanente. Erano la bandiera rossa nella calma piatta, il pronto intervento esteso alla comunità.

VALEVA ancora la regola di contare le ore tra un pasto e un bagno, via via ridimensionata dal riscaldamento globale (nessuno fa indigestione tuffandosi dentro a un brodo di alghe). Valevano la regola della maglietta nei primi giorni, del perimetro invalicabile delle cabine e del piantonamento a oltranza. No che non si rilassavano. Trafficavano su piedini trafitti dai ricci, abrasioni da scoglio e gelati spiaccicati. E facevano valere il diritto di appartenenza, per cui a ogni bambino era ben attribuito il suo angelo custode. Oggi gli angeli che lavorano tutto l’anno almeno ad agosto rivendicano il diritto di spiaggiarsi senza paranoie. Abituate a delegare l’accudimento a una tata o all’asilo, delegano anche lì. E vanno a fare acquagym, giocano a burraco sotto la tettoia. Per le sparizioni c’è l’altoparlante, per il ‘bacio’ della medusa la pomata e per tutto il resto il bagnino, che giustamente si rifiuta di fare Mary Poppins. Persino peggio i padri che credono di cavarsela lanciando i figli in acqua per correre a giocare a calcetto mentre arriva il pescecane.

di Viviana Ponchia