Caso Shalabayeva, indagati il capo della Sco e il questore di Rimini

L'accusa per gli indagati, formulata dalla procura di Perugia, è "sequestro di persona"

Alma Shalabayeva (Ansa)

Alma Shalabayeva (Ansa)

Roma, 26 novembre 2015 - Indagati per "sequestro di persona" il capo della Sco Renato Cortese e il questore di Rimini Maurizio Improta per il caso Shalabayeva. Lo scrive l'Ansa, riportando l'accusa che i pm di Perugia contestano sia alle due persone citate, sia ad altri 5 poliziotti e al giudice di pace Stefania Lavore. Alma Shalabayeva è la moglie, espulsa dall'Italia, del dissidente kazako Ablyazov. Agli indagati, riporta l'Ansa, sarebbe stata notificata un'informazione di garanzia.

Le accuse nei confronti di Cortese e Improta - scrive l'Ansa - sono riferite a quando i due erano rispettivamente il capo della squadra mobile di Roma e il capo dell'ufficio stranieri della questura della Capitale. Con la stessa accusa, nel registro degli indagati della procura perugina - competente ad indagare in quanto è coinvolto un giudice del distretto di Roma - compaiono poi Luca Armeni e Francesco Stampacchia, all'epoca rispettivamente dirigente della sezione criminalità organizzata e commissario capo della squadra mobile di Roma, Vincenzo Tramma, Laura Scipioni e Stefano Leoni, tre poliziotti in servizio presso l'ufficio immigrazione.

IL CASO - Nell'informazione di garanzia inviata agli otto, secondo quanto si apprende, si sosterebbe che i poliziotti e il giudice di pace, in concorso con alcuni funzionari dell'ambasciata del Kazakistan di Roma, il 31 maggio del 2013 avrebbero sequestrato la Shalabayeva e sua figlia di sei anni nella villa di Casal Palocco a Roma e successivamente le avrebbero espulse. La donna e la figlia, ha affermato la Cassazione in una sentenza del luglio del 2014, non dovevano essere espulse dall'Italia e il provvedimento di rimpatrio era viziato da "manifesta illegittimità originaria".

DUE ANNI E MEZZO FA - IL CASO ABLYAZOV-SHALABAYEVA - RIEPILOGO