Sguardi, tragedie e baci proibiti. Ecco le foto che raccontano un anno

In mostra a Milano e Roma gli scatti del “World Press Photo 2015” di Gian Marco Walch

A Kiev il 21 febbraio, dopo il fuoco dei cecchini sui manifestanti (Jérôme Sessini, Francia)

A Kiev il 21 febbraio, dopo il fuoco dei cecchini sui manifestanti (Jérôme Sessini, Francia)

MILANO, 1 maggio 2015 - NON PIACERÀ certo a Putin, e con lui ai tanti russi malati di machismo, l’immagine che ha vinto il World Press Photo 2015. La foto dell’anno è opera di un danese, Mads Nissen, che lavora per il quotidiano «Politiken». E ritrae proprio due giovani russi, Jon e Alex, di San Pietroburgo, in un momento d’intimità. Nulla di scabroso, la foto è castissima, e la discrezione del colore, le ombre, la rendono ancora più dolcemente intima. Entusiastico il commento di Michele McNally, presidente della giuria nonchè direttore della fotografia e assistant managing editor del “New York Times”: «È un momento storico per l’immagine. La foto vincitrice dev’essere estetica per avere impatto e racchiudere la potenzialità di divenire un’icona. La foto di Jon e Alex è esteticamenrte potente e ricca di umanità».

AL PRESTIGIOSO World Press Photo - in Italia gli scatti sono in mostra in contemporanea a Milano e a Roma - hanno concorso quest’anno ben 5.692 fotografi di 131 Paesi, che hanno sottoposto alla giuria un’oceano di 97.912 scatti pubblicati, divisi in otto categorie, dalle «notizie generali» ai «lavori a lungo termine». Dieci gli autori italiani premiati, anche se nessuno con il massimo riconoscimento. Particolarmente notevoli, comunque, i risultati nella categoria «ritratti»: secondo premio a Andy Rocchelli, terzo a Paolo Verzone, che ha immortalato l’elegante rigidità di una cadetta dell’olandese Kininkliiike Militaire Academie, una delle più importanti istituzioni militari europee. Di purtroppo strettissima attualità, anche se scattata il 7 giugno dell’anno scorso, la foto con cui Massimo Sestini si è conquistato il secondo premio nella categoria «news»: il salvataggio dei migranti stipati su una delle tante tragiche carrette del mare alla ricerca di una nuova vita in Europa.

COME SEMPRE (fino a quando?), drammi e tragedie dominano il World Press Photo. Così il russo Sergei Ilnitsky (vincitore «general news») racconta la miseria della cucina di una casa di Donetsk sventrata durante gli scontri in Ucraina. Mentre Asia Sjostrom, svedese («daily life», secondo premio), ha ritratto il piccolo Igor che offre cioccolata a un suo compagno per festeggiarne i nove anni: Igor e il gemello Arthur sono due fra le migliaia di bambini che sopravvivono senza genitori in Moldavia. E Glenna Gordon («storie», secondo premio) si è affidata a tre divise scolastiche per ricordarci i rapimenti, in Nigeria, di centinaia di ragazze a opera dei terroristi di Boko Haram. Poca felicità anche nello sport: il cinese Bao Tailiang (primo premio) ha fermato l’attimo in cui il grande Lionel Messi fissa la Coppa del Mondo al Maracana di Rio de Janeiro. Sconsolato. La sua Argentina è stata sconfitta dalla Germania: 1 a 0. Poco ma sufficiente.

Milano, Galleria Sozzani, corso Como 10. Fino al 2 giugno. Info: 02.653531. Roma, Museo di Roma in Trastevere, piazza Sant’Egidio 1/b. Fino al 22 maggio. Info: 060608.

di Gian Marco Walch