Prijepolje, 5 dicembre 2014 - Quindici persone sono state arrestate in Serbia e Bosnia per il massacro di Strpci del 27 febbraio 1993, in cui 19 cittadini non serbi di Serbia e Montenegro furono sequestrati da un treno Belgrado-Bar e uccisi. L'episodio divenne un simbolo della cultura di impunità che avvolge simili stragi.
'SIGNORI DELLA GUERRA' - I procuratori di Serbia e Bosnia hanno spiegato di aver lavorato insieme al caso. Gli agenti hanno condotto retate prima dell'alba, arrestando 15 presunti responsabili del massacro. Dieci sono stati catturati in Bosnia, cinque in Serbia. Tra loro il fratello del presunto signore della guerra Milan Lukic già in carcere, ex miliziani e l'ex generale serbo bosniaco Luka Dragicevic.
'FUORI I NOMI' - Ora però, dicono gli investigatori, è da vedere se gli arrestati faranno i nomi di chi ordinò la strage. "Molti criminali di guerra sono ancora personaggi influenti in affari, politica, polizia ed esercito", ha spiegato il procuratore bosniaco Goran Salihovic. "Siamo sulla buona strada per risolvere un omicidio che è stato nascosto per più di vent'anni. Dobbiamo farlo per quelle vittime innocenti", ha aggiunto il procuratore serbo per i crimini di guerra Bruno Vekaric.