Mercoledì 24 Aprile 2024

Nella notte di Milano la vita sui marciapiedi dei 3mila nuovi poveri

Si gela, ma il ricovero ai senzatetto fa quasi più paura della morte di Nicola Palma

City Angels portano assistenza ai clochard

City Angels portano assistenza ai clochard

Milano, 31 dicembre 2014 - La fragile trincea di Gheorghe è sistemata tra un muretto e le rastrelliere per le bici: un piumone bianco che a stento ripara i piedi scalzi, un sacco nero a fargli da cuscino, una bustina di medicine e un paio di scarpe senza lacci. Fatica ad alzarsi, il gelo gli ha paralizzato le gambe. E la notte di Milano pare lunghissima alle dieci, quando un volontario dei City Angels gli chiede se gradisce un pasto caldo o semplicemente una coperta in più. Piazzale Cadorna, il viaggio tra gli invisibili inizia da qui. Da Pietro, che divora il panino al formaggio seduto a un tavolino di fronte al bar: «Il mio posto è questo e nessuno me lo deve toccare», conferma orgoglioso indicando una delle panchine di pietra all’ingresso della stazione. Da Mohamed, marocchino sulla cinquantina in Italia «ormai da una vita». Da Adrian, romeno di 22 anni, che prima lavorava dalle parti di Mantova e ora si ritrova per strada «in attesa di prendere un treno per raggiungere mia mamma in Sicilia». Chissà se è vero. Poco importa, pure lui è rimasto fuori. Come Elder, che di anni ne ha 45 e sta facendo di tutto per racimolare un po’ di soldi per tornarsene in Ecuador: i parenti al telefono lo incitano a resistere, ma è dura quando non sai proprio dove andare. In realtà, di letti ce ne sarebbero anche: dei 2.500 posti messi a disposizione dal Comune, 300 sono ancora liberi. E se alcuni non sanno neppure della loro esistenza, tanti altri li ignorano. Soprattutto gli italiani. Quelli sorpresi dalla crisi infinita. Quelli separati e senza più una casa. Quelli che non hanno neppure una macchina dove rifugiarsi. «Si vergognano della loro condizione», spiega Mario Furlan, fondatore dei baschi blu che in questi giorni di feste natalizie distribuiscono viveri e attenzioni su un bus allestito apposta dall’Atm. MILANO - 29/12/2014 - CITY ANGELS PORTANO ASSITENZA A CLOCHARD E PERSONE BISOGNOSE A BORDO DELL AUTOBUS CASA DEGLI ANGELI - FOTO FURLAN/NEWPRESSMILANO - 29/12/2014 - CITY ANGELS PORTANO ASSITENZA A CLOCHARD E PERSONE BISOGNOSE A BORDO DELL AUTOBUS CASA DEGLI ANGELI - FOTO FURLAN/NEWPRESSMILANO - 29/12/2014 - CITY ANGELS PORTANO ASSITENZA A CLOCHARD E PERSONE BISOGNOSE A BORDO DELL AUTOBUS CASA DEGLI ANGELI - FOTO FURLAN/NEWPRESSMILANO - 29/12/2014 - CITY ANGELS PORTANO ASSITENZA A CLOCHARD E PERSONE BISOGNOSE A BORDO DELL AUTOBUS CASA DEGLI ANGELI - FOTO FURLAN/NEWPRESS

In città ci sono 2.000-3.000 senzatetto, qualche centinaio evita i dormitori anche quando la temperatura scende sotto lo zero. E capita purtroppo che qualcuno di loro non si svegli più la mattina dopo: solo quattro giorni fa, un ucraino di 48 anni è stato ritrovato senza vita al parco Solari. «Segnalateci queste persone», l’appello di Palazzo Marino ai residenti per attivare le unità mobili di soccorso. Mica facile: a volte, i clochard rifiutano l’assistenza, come una donna che fa avanti e indietro con un bastone in pugno nei giardinetti di largo V Alpini. Al terminal di Lampugnano, vicino San Siro, una brioche la mangiano volentieri. Un moldavo chiede di più: «Avete un’occupazione per me? No? E allora mi basta questo...», urla prima di sparire dietro una colonna. Nino si accontenta, invece: ha il braccio destro gonfio, l’ennesima siringa di eroina gli ha lesionato una vena. «Ho 32 anni e sono in giro da quando ne avevo 14», biascica. Ahmed ha un cerotto poco sotto l’occhio sinistro: forse le ha prese, ma preferisce non entrare nei dettagli. Così come pochissimo si sa di un signore elegantissimo, cappotto beige e capelli brizzolati, che non manca mai l’appuntamento col pullman degli Angeli: dice di essere un avvocato e di avere pure un bell’appartamento, nessuno si spiega perché si presenti lì con le mani tese. Per non parlare delle due ventenni che si appisolano da mesi all’ombra del Dito di Cattelan in Piazza Affari: sono pavesi, non hanno più contatti con le famiglie e ogni weekend si vedono passare davanti le coetanee in minigonna che affollano la discoteca Mib di via Negri.

Se volete scambiare due chiacchiere con Sante e Christian, dovete andare tra le auto in sosta in piazza Monte Titano, dietro Lambrate: il primo ha un passato da impiegato in un’azienda pubblica che ha chiuso i battenti e un presente da ex galeotto sessantacinquenne «senza troppe speranze»; il secondo faceva il cameriere in un bar acquistato dai cinesi. «Ci chiamano i nuovi poveri, parlano continuamente di noi, ma nessuno fa nulla», allargano le braccia. Poi si voltano e si incamminano verso la fermata della 73, l’autobus che porta a Linate: «Da un po’ ci siamo trasferiti lì – sorridono amari –. Sai quanti ne trovi come noi...». Sempre di più.