Per 62 anni vive senza identità: mai avuto un documento

L’incredibile storia di Pietro da Genova, che dice di essere nato a Reggio Emilia

Foto d’archivio (Cardini)

Foto d’archivio (Cardini)

Reggio Emilia, 29 luglio 2015 - Per 62 anni ha vissuto senza identità. Non aveva un documento di identità, non aveva una residenza, non aveva un ‘fogliò che attestasse la sua esistenza.

È la storia di Pietro, raccontata dalla cronaca locale genovese. Pietro ha sempre vissuto come uno sconosciuto. Non è mai stato identificato dalle forze dell’ordine, non ha mai avuto un codice fiscale, un conto in banca, un telefono intestato, una casa con un affitto regolare, ha sempre lavorato in nero.

Nessuno sapeva della sua esistenza, perché quel certificato di nascita lasciato in un cassetto dell’ospedale di Reggio Emilia nel 1953 era un atto inutile senza carta d’identità.

Il suo caso è stato risolto dall’ufficio Anagrafe del Comune di Genova dopo che Pietro, che non ha un medico di base, aveva deciso di andare in ospedale perché non stava bene. Ma per poter essere sottoposto agli esami serve un documento che attesti la residenza.

Pietro è andato negli uffici comunali e ha richiesto la carta d’identità ed è emersa la sua storia. Pietro non è mai stato registrato, può solo dire che è nato a Reggio Emilia, ma anche lì è sconosciuto. Anche all’Indice nazionale delle anagrafi non c’è traccia di Pietro. L’uomo racconta la sua storia: una giovane donna lo partorisce a Reggio Emilia, il padre mai conosciuto.

L’ufficio Anagrafe del Comune di Genova entra in possesso del certificato di nascita e scopre che la madre ha detto di vivere a Reggio Calabria, però agli uffici reggini la donna era sconosciuta, ma la risposta negativa in Emilia non è mai arrivata e di Pietro si sono perse le tracce.

La madre non può accudirlo e il bimbo vive nei collegi. Nessuno si preoccupa di dargli un documento d’identità. In Liguria arriva poco prima della maggiore età e comincia a lavorare in nero, pagando sempre in contanti. Poi un problema di salute e la burocrazia fanno emergere la sua ‘inesistenzà.

Appurato dal certificato di nascita che la persona che dice di essere è proprio lui, verificato che dove vive è conosciuto come Pietro, l’Anagrafe gli ha consegnato la carta d’identità.