Venerdì 19 Aprile 2024

Se in Italia ci si diverte solo a Roma

di Concita Borrelli

DIVERTENTE a chi?

Non mi sono offesa proprio per nulla.

Le città italiane non figurano tra le prime cinque città più divertenti del mondo. La classifica di due portali di turismo europeo, GetYourGuide e GoEuro così recita, Berlino, Londra, Parigi, New York, Tokio.

Parametri? Possibilità di consumo alcolico, bar, pub, eventi e concerti all’aperto, spettacoli teatrali, trasporti pubblici e shopping.

Parametri lontani, lontanissimi da noi e per cultura e per stortura.

Non siamo un popolo di superalcolici, presentiamo menù infidi al limite del furto, assenza totale di trasporto pubblico, un incolmabile vuoto di musica esportabile in grandi concerti (Pavarotti è morto) a meno che le date di Renga non le si voglia tradurre in inglese. I teatri chiudono, e l’Opera non gode di buona salute. Ringraziamo pertanto del miracolo il nostro patrono, Sant’Antonio da Padova, gran bella città piena di discoteche come tutto il Veneto, se almeno Roma è tra le prime dieci. Al numero sette come i suoi colli e i suoi re. Ma Roma non poteva non esserci perché è grossa, grassa, ingombrante, luminosa, spudorata, notturna e albeggiante. Anche brutta, sporca e cattiva. Con le tasche strabordanti di auto, chioschi e bus turistici. Di venditori ambulanti che non ti lasciano senza borse, senza ombrelli e senza panini con la porchetta. E poi sempre lei ti tiene fuori da centinaia di portoni nobiliari che io sono io e voi non siete un...

Ti fa sentire al caldo, ti invade d’arte, ma lei a sua descrizione apre e chiude musei. Alcuni non li ha mai aperti. Ti fa già la cortesia d’esistere, ma in compenso accoglie tutti. Grandi e piccini. Chi da scuole basse e chi da accademie. Roma è piena di abbecedari e complicatissimi passaggi storici.

La puoi fruire a tutti i livelli se solo rifletti sul fatto che il Colosseo è innanzitutto il luogo dove un uomo si scontrava con un leone. È un amarcord che puoi sospettare, rimpiangere, ricostruire, fotografare. Non c’è spazio per il design, l’underground, per il cool e l’avanguardia. Roma entra in classifica perché se non c’è, c’è stato. Cosa? Tutto.

LA GRANDE BELLEZZA è una festa andata. Il lungotevere che ti nasconde il Tevere, via Veneto, effigie ferita, i fori imperiali che oggi, a traffico chiuso, sono silenzio e fiato che ti manca, San Pietro anche e perché Papa Bergoglio ha invitato Patti Smith a cantare, ha stigmatizzato l’omofobia, ha schiaffeggiato i pedofili, ha detto buon pranzo. Tutto questo è curioso, divertente in sé, anche colto se vogliamo. E bisogna esserci una volta nella vita. Tutto il resto d’Italia è bello eguale. Di luoghi insospettabili, che la storia, non certo i Beatles e fiumi di birra, puntualmente ha attraversato.

E da italiano mi va bene cosi.

«Non ci si mette a discutere su un vento d’ aprile quando lo si incontra, ci si sente

rianimati».

Da “Artista serio” di Ezra Pound.

di Concita Borrelli