Giovedì 18 Aprile 2024

Se cade Roma, addio Europa

di Davide Nitrosi

NELLA SUA lettura in occasione dei 60 anni del Mulino, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sottolineato che «molto del nostro progresso dipende dall’essere in Europa». Una frase che suona come un azzardo e in effetti Visco si è subito affrettato a precisare che se l’Europa si ferma all’unione monetaria mette a rischio la sua stessa sopravvivenza. Tradotto: oggi l’Europa spaventa gli europei e non si accorge che le tensioni economiche si traducono in stress politici capaci di divorare l’idea stessa di Europa. Le Pen in fortissima ascesa a Parigi, è un monito che alcune cancellerie non hanno considerato con attenzione.

Tutto questo per dire che la valutazione della legge di Stabilità da parte della Commissione non può essere un mero esercizio finanziario. Il punto tecnico che la Commissione potrà valutare in maniera critica è il rinvio della correzione del rapporto fra debito e Pil, ma si teme che nelle sue valutazioni, l’Ue faccia pesare i nostri storici handicap. L’incertezza della spending review, la credibilità italiana nel garantire le riforme strutturali, l’effettiva copertura delle clausole di salvaguardia.

STAVOLTA però c’è una svolta. La manovra Renzi scommette sulla crescita, sapendo che l’unica possibilità di crescere è incentivare le forze economiche a investire tagliando le tasse e spingendo sui consumi. La manovra contiene anche alcuni passaggi (evidentemente obbligati) che richiedono sacrifici. Ad esempio l’aumento della tassazione sui fondi pensione. Misure che mostrano come l’Italia non si tira indietro. Bruxelles ne tenga conto. Lo sforzo per spingere la crescita e gli investimenti è una svolta storica. L’incapacità di destinare risorse all’innovazione e alla competitività ha costituito una debolezza strutturale per l’Italia, ed è questa la vera zavorra che ci impedisce di crescere da almeno 15 anni, altro che crisi. La debolezza italiana ha contribuito a rallentare la crescita europea. Se Bruxelles non capisce l’inversione di tendenza, è un errore gravissimo per l’intera Europa. Premiare le misure che fanno crescere l'Italia significa aiutare l’intera Unione a essere più forte nella competizione globale. Alla fine, ribaltando la frase di Visco, si tratta di far capire a Bruxelles che molto del progresso europeo dipende dal tenere l’Italia in Europa.

 

di Davide Nitrosi