Mercoledì 24 Aprile 2024

Se avesse vinto il re

E SE AVESSE invece vinto il re? Potrebbe essere il soggetto di un romanzo se una mente ludica, renitente a conformismo e retorica, si esercitasse con estro di fantasia a far il verso alla Storia. Ne possono nascere scenari assai godibili, come ci ha dimostrato Morselli nei romanzi Contropassato prossimo e Roma senza papa . Se da quel 2 giugno 1946 Umberto II e Maria Josè avessero continuato a regnare avremmo avuto una bellissima coppia di sovrani costituzionali – la dignità dell’esilio autorizza a crederlo – di cui si sarebbe arricchito anche il simbolo della nostra unità. L’eleganza della regalità seduce e unisce quanto persuade il freddo lume della ragione. Ce lo dimostra l’effetto inossidabile della pompa reale inglese. E, da noi, il cinema sul tema di un regista aristocratico, di fede comunista, come Visconti. Umberto e Maria Josè sarebbero stati rispettati sovrani simili ai contemporanei Giuliana e Bernardo d’Olanda, Federico IX e Ingrid di Danimarca, Gustavo Adolfo e Luisa di Svezia. È poi sempre questione di uomini, prima che di formule.

CI SAREBBE stato risparmiato l’inchino al papa di Gronchi e di Segni, a conferma della fragilità repubblicana di fronte al Vaticano la cui invadenza in politica è sempre pronta a riaccendersi come han mostrato i fulmini del cardinale Bagnasco sulla legge Cirinnà. La intravedeva già Dante nel De Monarchia , sostenendo l’Imperatore contro il Papato. Chi dimentica poi i fulmini di Pio XII su De Gasperi per non avere questi, da leader laico, accettato la coalizione con la destra fascista guidata da don Sturzo per impedire l’elezione d’un sindaco comunista a Roma, nel 1952? Per Croce e i liberali solo il carisma di un’antica monarchia poteva contrapporsi all’invadenza del papa, per molti il vero sovrano d’Italia, ben più incisivo delle transeunti figure dei presidenti. Non è certo un caso che sia riuscito a un re, Vittorio Emanuele II, mandare in pensione un papa, occupando Roma nel 1870, ricevendo governo e sovrano la scomunica da Pio IX. Si sente spesso dire che il vantaggio della Repubblica sia quello di poter mandare a casa gli eletti. Ma la ricchezza avita di una dinastia sottratta all’elezione ne garantisce l’onestà, come l’educazione ne prepara il ruolo. In una Repubblica, quanti ladri e corrotti invece ha mantenuto un sistema che non garantisce la continuità al potere?