Scuola, il ministro Giannini: "Stipendi dei prof? Gli scatti decisi al 70% in base al merito"

Le anticipazioni del ministro in attesa del Cdm del 3 marzo e della riunione al Nazareno di domani

Precari della scuola nel corso di una manifestazione

Precari della scuola nel corso di una manifestazione

Roma, 26 febbraio 2015 - In attesa del summit all'interno del Pd, fissato per domani, e del Consiglio dei ministri del 3 marzo sulla scuola - "che non è slittato, perché la data non era stata fissata" - il ministro Stefania Giannini introduce l'argomento insegnanti precari, che sta a cuore a molti, in una lunga chiacchierata a Radio anch'io.

I PRECARI - Il numero dei docenti precari che saranno assunti lo "abbiamo quantificato all'unità di misura, sarebbe grave non fosse avvenuto", dice Giannini, avvertendi che si parla di "migliaia di persone" e che però "i numeri li do quando sono definitivi, e lo sono, perché non si gioca con le vite delle persone: quando uscirà il provvedimento dal Consiglio dei ministri daremo i numeri". 

I CRITERI - I criteri con cui nei prossimi mesi saranno assunte decine di migliaia di docenti precari "non saranno quantitativi - continua Giannini - Noi siamo partiti con l'idea dell'organico dell'autonomia, con il fabbisogno della scuola. Se mi interessa potenziare l'italiano e la matematica, partirò delle graduatorie di italiano e matematica. I criteri sono la chiusura definitiva della graduatoria a esaurimento, che non significa comunque assumere tutti senza guardare all'esperienza, perchè chi non insegna da anni sarà escluso". Giannini ha spiegato che "ci sono criteri abbastanza oggettivi che ci fanno dire quale è il precariato che ha un diritto legittimo di assunzione, c'è l'ha detto anche la Corte europea: ci deve essere un periodo di tempo in continuità in cui si è stati a disposizione della scuola negli ultimi anni, non vent'anni fa. Ci sono anche persone che oggi fanno un altro lavoro e non vedono una scuola da 15 anni. Sulla base del fabbisogno daremo così alle scuole tutti gli insegnanti di cui hanno bisogno".  

SERIE A E B - In ogni caso, ha proseguito il ministro, "non ci saranno insegnanti di serie A e di serie B. L'impostazione del provvedimento è di dare finalmente alla scuola italiana quell'organico dell'autonomia e gli insegnanti che servono non saranno classificati tra serie A e B, che invece è la realtà di oggi, dove c'è una parte di insegnanti su cattedra, stabili, e una parte in mobilità. Noi mettiamo fine a tutto questo, ma non mettendo in serie A o B quelli che assumeremo. La flessibilità dell'organizzazione didattica e del tempo scuola è una conseguenza di poter avere gli insegnanti. Ma insieme a questo faremo partire il concorso: la stragrande maggioranza degli insegnanti che assumiamo è data da tutti quelli che nel triennio vinceranno il concorso", ha concluso.

SCATTI DI STIPENDIO - Per gli scatti degli stipendi degli insegnanti della scuola italiana "ci sarà un equilibrato dimensionamento tra l'anzianità, che sarà un 30%, e il restante, affidato al merito. Questo non per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo", spiega ancora il ministro. La valutazione "è un cardine del progetto educativo presentato con 'La buona scuola' e lo sarà dei provvedimenti del governo. Non applicheremo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano già una fondatezza e un'applicazione in altri paesi del mondo. I principi saranno due: l'assoluta trasparenza e l'oggettività di chi valuta, che sarà un insieme di attori e non, come si teme, solo il dirigente scolastico, che invece sarà il garante della trasparenza". "Del nucleo di valutazione faranno parte i docenti, il collegio scolastico con anche le famiglie, e il dirigente scolastico; poi c'è una fase esterna, con delle visite degli ispettori. Inoltre la valutazione sarà sul triennio. Le valutazioni sono uno stimolo costante per il miglioramento della classe, della scola e del singolo docente", ha concluso Giannini.

SCUOLA PARITARIA - "Sarà un completamento" della riforma della scuola "se riusciremo anche a riconoscere concretamente, anche con misure economiche, con gli insegnanti di sostegno o con un progressivo sgravio fiscale, quelle famiglie che vogliono e devono poter scegliere una scuola paritaria", dice Giannini ricordando che "l'Italia su questo ha già una legge, la 62 del 2000, che mette il nostro Paese nella cornice europea: un sistema pubblico, ma composto dallo Stato e da enti non Stato, cattolici o laici non ha importanza. Ma da allora non è avvenuto più nulla: noi non ignoriamo le paritarie, nel progetto ci sono meccanismi di valutazione e di valorizzazione delle paritarie che fanno in maniera eccellente il loro lavoro. Questo meccanismo vale per tutte le scuole", ha concluso il ministro.