Mercoledì 24 Aprile 2024

Indipendenza, 'no' della Scozia. Appello della regina all'unità. Salmond si dimette

La mappa del voto: i sì hanno vinto solo in quattro circoscrizioni, tra cui Glasgow, la città più popolosa. Cameron: "Ora devolution". Il primo ministro scozzese Alex Salmond ha annunciato le sue dimissioni. Moody's conferma il rating del Regno Unito

'No' della Scozia all'indipendenza, manifestanti con la bandiera del Regno Unito (Reuters)

'No' della Scozia all'indipendenza, manifestanti con la bandiera del Regno Unito (Reuters)

Edimburgo, 19 settembre 2014 - Il Regno Unito non si spacca. Il risultato si delineava già all'alba: alla fine la Scozia ha detto no al referendum sull'indipendenza dal Regno Unito. I dati definitivi giunti all'alba hanno assegnato una comoda vittoria al 'no' con il 55,3 per cento (due dei 3,6 milioni di coloro che hanno votato); il resto dell'elettorato, piu' di 1,6 milioni, pari al 44,7%, tra i quali moltissimi giovani, ha optato per l'opzione secessionista. I dati parlano di situazioni diverse: la capitale della Scozia, Edimburgo, ha votato per il no all'indipendenza con il 61% dei voti contro il 39% dei separatisti, mentre la città più popolosa della Scozia, Glasgow, si è espressa invece per il sì.

La regina Elisabetta II ha lanciato al popolo britannico un appello all'unità: "Conoscendo il popoplo scozzese, non ho nessun dubbio che gli scozzesi, come altri nel Regno Unito, sono capaci di esprimere delle opinioni forti e poi di riunirsi di nuovo in uno spirito di rispetto e di sostegno reciproci", ha insistito la sovrana in un messaggio scritto.

LE REAZIONI DEGLI AUTONOMISTI NOSTRANI

SALMOND ACCETTA LA SCONFITTA  E SI DIMETTE - Il primo ministro scozzese Alex Salmond ha annunciato le sue dimissioni durante una conferenza stampa. "Oggi David Cameron si è rifiutato di impegnarsi per una seconda lettura a Westminster di una legge per maggiori poteri alla Scozia entro il 27 marzo 2015. Una promessa fatta da Gordon Brown nella campagna referendaria", ha detto. "Non ci sarà un nuovo referendum nel prossimo futuro", ha aggiunto. Accettare "democraticamente" la sconfitta: questo il messaggio lanciato ai suoi dal Salmond subito dopo la sconfitta. "La Scozia non sarà un Paese indipendente", ha detto Salmond, in diretta sulla Bbc, parlando dalla sede del comitato per il "Sì". "Però - ha sottolineato - questa partecipazione ha costituito un trionfo", "la partecipazione molto forte e il messaggio molto forte".

Il 'first minister' scozzese, nel discorso con cui accetta il ''verdetto democratico'' degli scozzesi, sottolinea tuttavia anche il numero dei voti a favore del Sì e ricorda immediatamente a Londra che ''sono state fatte delle promesse che vanno onorate'': un riferimento all'impegno preso dai leader dei principali partiti a Westminster di riconoscere maggiori poteri alla Scozia se avesse votato No. La Scozia ora ''se lo aspetta - ha detto Salmond - lo chiedano tutti gli Scozzesi''.

CAMERON: ORA DEVOLUTION  (VIDEO) - "Uniti andiamo avanti": queste le prime parole del premier David Cameron dopo la vittoria del 'no'. Cameron si è detto "molto felice" dell'esito, ma ha preannunciato la "devolution" di poteri. Cameron ha fatto capire comunque che ci saranno delle novità nel rapporto tra Londra e Edimburgo: "Credo moltissimo nel regno Unito, e voglio che resti tale, ma sono anche un democratico e credo sia fondamentale rispettare la voce del popolo scozzese", ha osservato. "Lavoreremo insieme alla devolution, i partiti sono pronti a lavorare insieme al Parlamento scozzese". E ha aggiunto che i cambiamenti arriveranno "entro gennaio". "Il risultato è chiaro - continua Cameron - Gli scozzesi hanno lasciato un Paese di quattro nazioni unito. Ora è il momento di andare avanti", ha aggiunto il premier Tory.

 LA GIOIA DI DARLING - Il leader del fronte del No all'indipendenza della Scozia, l'ex cancelliere laburista dello Scacchiere Alistair Darling ha twittato: "Una notte straordinaria. Basito dal livello si sostegno e dagli sforzi dei nostri volantari. A breve un discorso da Glasgow". 

IL SOLLIEVO DI SCHULZ - "Sollievo" per la vittoria dei 'no' nel referendum sull'indipendenza della Scozia è stato espresso dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, a poche ore dai risultati. "Lo ammetto, il risultato mi solleva", ha detto in un'intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk. 

BARROSO - Il presidente uscente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha accolto il "no" all'indipendenza della Scozia come una decisione "buona per l'Europa". "Accolgo con gioia la decisione del popolo scozzese di mantenere l'unità del Regno Unito. Il risultato è positivo per l'Europa unita, aperta e più forte che sostiene la Commissione europea", ha indicato Barroso. L'Esecutivo comunitario, ha concluso Barroso, "continuerà a impegnarsi in un dialogo costruttivo con il governo scozzese nelle aree di sua competenza, che sono importanti per il futuro della Scozia, e in particolare le politiche di crescita e occupazione, energia, cambiamento climatico e ambiente, e la 'smarter regulation'", ovvero il miglioramento delle normative Ue per renderle più efficaci.

VOLA LA STERLINA - La sterlina nella notte ha toccato il massimo sull'euro dal luglio 2012 a 78,10 pence. Si è poi stabilizzata a quota 78,40 pence, ma sono attesi nuovi balzi con l'apertura del mercato britannico.

LA STAMPA GB - I maggiori quotidiani britannici celebrano la vittoria unionista nelle edizioni pubblicate questa mattina dopo il risultato del referendum scozzese. Il Times di Londra titola in prima pagina ''Restiamo insieme'', e spiega come ''la maggioranza silenziosa della Scozia abbia reso possibile la vittoria''. L'Independent sceglie invece un titolo evocativo, ''Il regno riunito'', e parla di un voto storico arrivato con una affluenza da record. Il Guardian apre con 'La Scozia dice no' e una foto a tutta pagina di un Alex Salmond, il primo ministro scozzese e leader dei nazionalisti, sconfitto e triste. Il conservatore Daily Telegraph ricorda invece come il Regno Unito sia ''salvo'', e che il premier David Cameron ha annunciato di offrire nuovi poteri non solo alla Scozia ma anche alle altre tre nazioni, Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Anche i maggiori giornali scozzesi plaudono alla vittoria del 'no'. Il Daily Record titola ''Nuova Scozia..nuova Gran Bretagna'', lo Scotsman ''No, grazie'' riprendendo il logo della campagna unionista, mentre l'Herald osserva che ''La Scozia dice no, ma cambia il Regno Unito per sempre''.

LA MAPPA DEL VOTO -  In Scozia solo 4 circoscrizioni su 32 hanno detto Sì all'indipendenza: ad Edimburgo, capitale della Scozia, il No ha vinto con ampio margine, oltre il 61% di No e il 39% di Sì. Invece a Glasgow, maggiore città della Scozia, il Sì all'indipendenza ha vinto con il 53,49% dei voti. Bassa l'affluenza rispetto alla media, pari al 75%. La roccaforte dei Sì, come previsto, è stata Dundee, soprannominata dal First Minister scozzese Alex Salmond, la `Yes City`: il Sì ha vinto con il 57,35% dei voti. Successo del Sì anche a West Dunbartonshire, con il 53,96%.

RATING CONFERMATO - In serata l'agenzia Moody's ha confermato il rating 'AA1' del Regno Unito, sottolineando che l'esito del referendum in Scozia, con la sconfitta dei secessionisti, ha rafforzato le istituzioni e il sistema finanziario del Paese.

MINACCE A MURRAY - Il tennista scozzese Andy Murray è stato bersagliato su Twitter da messaggi di odio dopo che aveva twittato il suo sostegno al "Sì" al referendum per l'indipendenza della Scozia. Lo riferisce il sito della Bbc. Un utente è arrivato a scrivere che il tennista avrebbe dovuto essere ucciso nella strage di Dunblane nel 1996, il massacro di 16 bambini e un insegnante in una scuola frequentata all'epoca da Murray. I commenti sono stati decritti come "ignobili" dalla polizia scozzese.

AFFLUENZA - Per questo referendum, considerato "storico" da entrambi i fronti, indipendentista e unionista, si sono registrate al voto 4.285.323 persone, il 97% dell'elettorato, e si stima che la partecipazione al voto sia stata attorno all'80%, un record per la Scozia ma anche per il Regno Unito nel suo complesso, abituato a ben altre e minori percentuali. 

COME SI SONO SCHIERATI I VIP