ROMA, 31 ottobre 2014 - UN’AUTO sotto casa per la sorveglianza fissa. In aggiunta, ovviamente, agli uomini che si occupano di garantire la sicurezza per ogni tipo di uscita, pubblica e privata. In termini di agenti incaricati del servizio significa una vettura con due persone sempre pronte a controllare il territorio circostante per cinque turni (quattro più il riposo). Circa 15 esponenti delle forze dell’ordine che si danno il cambio sotto casa del personaggio da proteggere. E altri che lo scortano ovunque vada. In tutto, sicuramente più di venti persone. Non sono molti coloro che hanno diritto a questo tipo di tutela – i dati sono tenuti riservati ma un paio di anni fa si parlava di 16 persone in tutto il Paese – e, tra i pochi, c’è l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
IL POSTO fisso sotto casa dell’ex inquilino del Quirinale è ben visibile nel quartiere Trieste di Roma. Come è altrettanto riconoscibile quando l’ex presidente si sposta al mare, a Santa Severa. In questo caso, la sorveglianza è affidata al commissariato di zona mentre a Roma, presente o meno lo stesso Ciampi, il posto fisso resta tale estate, inverno e stagioni intermedie. A garantire il servizio, l’ufficio di polizia del Quirinale. Un ulteriore centro che agisce in parallelo ai servizi centrali per le scorte, Reparto Viminale e Villa Tevere.
Non ultimi, esistono centrali dedicate anche presso Camera e Senato. Insomma, una bella somma di stanze dei bottoni dove si valutano le situazioni e si procede con le assegnazioni. Ognuno bada ai suoi, per capirci, mentre a tutti gli altri ci pensa il Comitato per l’ordine e la sicurezza.
È chiaro che il livello istituzionale del presidente Ciampi non si mette in discussione, piuttosto è lecito chiedersi se tale dispiegamento di forze sia agganciato ai tempi di ristrettezze e spending review. In un altro Paese, probabilmente, il servizio sarebbe molto più esiguo e non soltanto per il presidente emerito. Negli Usa, ad esempio, hanno diritto a questo servizio solo il presidente e il vicepresidente e non si parla di tutele agli ex.
Nella scala dei pericoli a cui i personaggi noti devono far fronte questo è il livello massimo per chi ha abbandonato la carica. Altro discorso per chi l’incarico lo mantiene anche oggi: nei mesi scorsi ha fatto rumore la notizia che 27 persone operano per la sicurezza del presidente della Camera, Laura Boldrini. Il passato, invece, è un forziere di curiosità: avevano lasciato di stucco la scorta dell’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo (18 agenti con 4 auto), quella dell’ex ministro Diliberto o del patron della Lazio, Lotito. Ma questo era ieri. Renzi ha promesso che tutto sarebbe cambiato.
Silvia Mastrantonio