Giovedì 25 Aprile 2024

Scivolata per amore

A PAROLE siamo tutte d’accordo: mi tradisci, ti dopi, ti comporti da mascalzone? E io ti lascio. In realtà ci sono pochissime prove che confermano la superiorità della morale rispetto all’amore, o almeno rispetto all’idea di coppia intesa come rifugio caldo e cuccia di rappresentanza. Sarebbe quindi saggio aspettare di trovarsi nella stessa situazione di Carolina Kostner prima di giurare che al posto suo Alex Schwazer sarebbe rotolato dal letto. Per una Federica Pellegrini che non farebbe sconti al fidanzato, in giro c’è un esercito di donne pronte a difendere il loro uomo al di là delle apparenze e del buon senso. Per affetto, per convenienza, qualcuno sospetta addirittura per convinzione. La chiamano la sindrome di Hillary ed è una forma di indulgenza dai risvolti psichiatrici classificata per la prima volta ufficialmente alla Casa Bianca, ma di sicuro più datata dei bollori di Bill Clinton. Il sintomo più evidente è un sorriso sprezzante accompagnato dall’affermazione che "sicuramente si è trattato di un complotto". Hillary fece veramente scuola affermando che con la Lewinsky non ci fu «sesso significativo», che la famelica Monica era una «lunatica narcisista» e che le scappatelle del marito erano frutto "dei suoi limiti come moglie".

SULLA stessa linea si schierò anni dopo Anne Sinclair, per niente impressionata dall’incriminazione di stupro del consorte Dominique Strauss-Kahn: anche qui c’era gente che non gli voleva bene. Le mogli complici senza la parlantina dell’avvocato Hillary e della giornalista Anne hanno un altro sistema: anziché fare scenata stanno zitte, emulando Eleanor Roosevelt, la signora Eisenhower e Jackie Kennedy. E l’elenco potrebbe non finire più, da donna Rachele alle moglie di Stalin, da Sofia di Spagna alla regina Elisabetta. Non ha mollato la signora Marrazzo, ha tenuto duro Alessandra Mussolini che con il carattere che si ritrova avrebbe potuto fare ben di peggio che cacciare di casa il padre dei suoi figli. Restano al loro fianco nella buona e nella cattiva sorte, in mezzo ai cocci della reputazione. E noi qua zitti, tra lo sconcerto e l’ammirazione. Cosa poi succeda in quei castelli, nelle case dei presidenti e dei poveracci nessuno lo sa. Né Hillary né le altre hanno mai dichiarato il prezzo del perdono, se c’è stato.