Lubitz, le urla del comandante: "Per l'amor di Dio, apri la porta!". Il giallo del certificato di idoneità

Il copilota 27enne, che ha volontariamente fatto precipitare l'Airbus, nascondeva il suo malessere. Dall'audio della scatola nera i drammatici appelli del comandante. E inizia il palleggio delle responsabilità

Una porta di una cabina di pilotaggio (Olycom)

Una porta di una cabina di pilotaggio (Olycom)

Dusseldorf, 29 marzo 2015  - "Per l'amor di Dio, apri la porta!". E' l'ultimo drammatico appello del comandante della Germanwings, rivelate dalla scatola nera dell'aereo caduto sulle Alpi, al copilota chiuso in cabina di pilotaggio. Nella registrazione si sente urlare anche "Apri questa maledetta porta!". I primi venti minuti di volo mostrano scambi di battute banali tra il pilota Patrick S. e il copilota.

"Adesso puoi assumere il comando". La scatola nera rivela le parole del passaggio di consegne fra il comandante e il copilota Andreas Lubitz. Dopo aver pronunciato questa frase, passano ancora due minuti, poi il comandante dice: "Adesso puoi andare". Alle 10.27, il pilota chiede a Lubitz di preparare l'atterraggio a Duesseldorf. Quest'ultimo pronuncia, come ultime parole, "Spero" e "Vedremo". Il pilota esce per andare in bagno e l'aereo comincia la discesa.

Pochi minuti più tardi, si sente bussare forte alla porta. Il pilota dall'esterno dice: "Per l'amor di Dio, apri la porta". In sottofondo, si percepiscono le urla dei passeggeri. Si sentono i tentativi di abbattere la porta con un'ascia, poi un urlo: "Apri questa fottuta porta!". Alle 10.40 circa, l'aereo colpisce una montagna. Gli ultimi suoni registrati sono le urla dei passeggeri, subito dopo l'Airbus si schianta a 700 chilometri orari su un versante. 

GIALLO DEL CERTIFICATO DI IDONEITA' AL VOLO - Inoltre, a pochi giorni dal disastro, inizia il palleggio delle responsabilità. Stando all'Istituto federale tedesco Luftfahrt-Bundesamt, il certificato di idoneità di volo di Lubitz nel 2014, e quindi quello ancora valido al momento della catastrofe, è stato rilasciato dall'Aeromedical center della Deutsche Lufthansa di Monaco. Ma la compagnia di volo reagisce: Lufthansa ha tre centri aeromedici, ma non ha comunque accesso agli atti.​ "Lufthansa ha tre Aeromedical center e 20 medici specializzati, ma anche se un pilota si rivolge a uno di questi centri, la compagnia non ha accesso agli atti medici: è a conoscenza soltanto dell'idoneità o meno a volare", spiega la Lufthansa. Alla fine sull'idoneità si deve ottenere il via libera del Luftfahrt-Bundesamt.

LUBITZ IN CURA DA PSICHIATRI. ANTIDEPRESSIVI IN CASA. E CON PROBLEMI DI VISTA - Lubitz "era in cura da diversi neurologi e psichiatri". Nell'appartamento di Duesseldorf sono stati trovati farmaci antidepressivi. La polizia, ha aggiunto, ha trovato note personali che dimostrano che Lubitz soffriva di "gravi sintomi di eccessivo stress personale"La stessa fonte ha aggiunto che il copilota soffriva anche di "una grave depressione e sindrome da affaticamento". Lubitz aveva anche un deficit della vista del 30%, cosa che complicava ulteriormente le sua aspettative di diventare un pilota da lunghe tratte. Secondo Bild, invece, il copilota veniva curato per il distacco della retina e temeva per la sua vista, anche se non si sa se l'origine del problema fosse organica o psicosomatica. Probabilmente nel prossimo controllo medico, a giugno, la compagnia aerea gli avrebbe impedito di rimettersi alla cloche. 

IL RECUPERO DEI CORPI - Intanto prosegue il lavoro degli investigatori per recuperare i corpi delle vittime. Al momento sono stati isolati 78 distinti Dnache saranno confrontati con quelli delle famiglie delle 150 vittime per la loro identificazione.

IL FRATELLASTRO DI SCHUMACHER: DOVEVO ESSERE SU QUEL VOLO - Sebastian Stahl, 36 anni, fratellastro di Michael Schumacher, ha rischiato di trovarsi sul volo della Germanwings, ma fortunatamente non ha mai messo piede sull'aereo. Lo riporta il sito britannico Daily Express, secondo il quale il pilota della serie A1 Gran Prix il giorno prima dell'incidente si trovava a Barcellona per girare uno spot pubblicitario per una casa automobilistica. Il suo staff aveva preso in considerazione l'ipotesi di ritardare il rientro di 24 ore a causa delle forti piogge sulla città spagnola, ma alla fine ha deciso di attenersi al piano originario e di rientrare in Germania lunedì 23 marzo. Molti dei suoi cari, racconta Stahl, credevano che si trovasse proprio sull'Airbus A320 precipitato. "Sì, sono vivo - ha raccontato il fratellastro di Schumacher - ed è pazzesco a quante persone l'ho detto nelle ultime ore. Sono tornato 24 ore prima con lo stesso aereo della Germanwings da Barcellona a Colonia". La tratta, ha riferito il Stahl, in parte era la stessa: ha sorvolato le Alpi su cui il copilota Andreas Lubitz ha fatto schiantare l'aereo.