Giovedì 25 Aprile 2024

Ecco cos'è il 'reverse charge'. E perché Bruxelles si è opposta

Si tratta di una 'inversione contabile' in base alla quale il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, se soggetto passivo nel territorio dello Stato, deve pagare l'imposta in luogo del cedente (o del prestatore). L'idea era di prevenire le frodi. Bruxelles è stata di diverso avviso

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Caròo Padoan (ANSA)

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Caròo Padoan (ANSA)

Roma, 22 maggio 2015 - Misura molto discussa, e invisa agli industriali (che avevano presentato un ricorso a Bruxelles - allo stato non più necessario) e ai commercianti, il 'reverse charge' ha ottenuto oggi la bocciatura Ue.

PAGA IL CESSIONARIO - Cos'è il 'reverse charge''? Si tratta, come tradotto dall'inglese, di una 'inversione contabile' in base alla quale il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, se soggetto passivo nel territorio dello Stato, deve pagare l'imposta in luogo del cedente o prestatore. 

'NO DI MERITO' - Lo scopo del Mef era di evitare le frodi Iva. Ma la Commissione si è detta contraria proprio sul merito del provvedimento: "Trasferendo per una parte considerevole del mercato dei consumi la responsabilità del pagamento dell'ammontare totale dell'Iva, in relazione a merci per il consumo finale, al livello della distribuzione al dettaglio, la misura sposterebbe la frode (ndr, il rischio-frode') al livello 'retail' senza garanzie che avrebbe un impatto positivo".

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