Venerdì 19 Aprile 2024

SCHEDA - Palmira 'Perla nel Deserto'

A rischio la città antica, iscritta dall'Unesco nel Patrimonio mondiale dell'Umanità

L'antica città di Palmira in Siria

L'antica città di Palmira in Siria

Damasco, 21 maggio 2015  - Il futuro di Palmira, uno dei gioielli architettonici del Medio Oriente, è a rischio dopo che i jihadisti dello Stato Islamico ne hanno preso il completo controllo. Situata in un'oasi, Palmira fu nel passato uno dei centri culturali più importanti del mondo antico, luogo di transito delle carovane che attraversavano l'arido deserto al centro della Siria lungo la Via della Seta. E oggi è famosa soprattutto per le sue colonne romane, i templi e le torri funerarie. 

Situata a 210 km da Damasco, la 'Perla del Deserto', iscritta dall'Unesco nel Patrimonio mondiale dell'Umanità, è un'oasi il cui nome apparve per la prima volta su una tavoletta 4mila anni fa. Ma è dopo la conquista romana, a partire dal I secolo avanti Cristo, che Palmira, la Città delle Palme, diventa una località lussuosa ed esuberante, grazie al commercio di specie e profumi, seta e avorio. La via principale, con il lungo colonnato, dava il benvenuto ai carovanieri: 750 colonne allineate su entrambi i lati per quasi un chilometro e mezzo. Nel 129, l'imperatore Adriano la trasforma in città libera e prende il nome di Adriana Palmira; in quell'epoca furono costruiti i templi principali, come quello di Bel (il cui tetto, ora sparito, era originariamente coperto d'oro). 

Nella città veniva venerata la trinità composta dal dio babilonese Bel, l'equivalente di Zeus, Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna) fino a quando, nel II secolo dopo Cristo, non arrivò il cristianesimo. Nel secolo III, approfittando delle difficoltà dell'Impero Romano, la città si trasforma in regno sotto la dinastia Sassanide, che si ribella a Roma. La regina più famosa, Zenobia, nel 270, conquista tutta la Siria, una parte dell'Egitto e anche l'Asia minore. Ma l'imperatore Aureliano riconquista la città, Zenobia è condotta a Roma e Palmira conosce il suo declino. Prima dell'inizio della crisi in Siria, nel 2011, la città era visitata da oltre 150mila turisti all'anno, che accorrevano per vedere le oltre 1mille colonne, le statue e la formidabile necropoli di 500 tombe.