Sanremo, striscia il badge e va in canoa: la bella vita dei 'furbetti del cartellino'

Il video diffuso dalla Guardia di Finanza non può non suscitare stupore e indignazione: dipendenti che fanno la fila per timbrare, spesso più cartellini, e poi andarsene bellamente in giro considerando finita la giornata di 'lavoro'. C'era chi si presentava in mutande per poi correre al mare più in fretta e chi approfittava delle belle giornate per andare in canoa L'INCHIESTA: 35 DIPENDENTI ARRESTATI

Assenteisti di Sanremo: il badge, lo shopping o la canoa nell'orario di lavoro

Assenteisti di Sanremo: il badge, lo shopping o la canoa nell'orario di lavoro

Sanremo, 22 ottobre 2015 - Dura la vita, per i 'lavoratori' del festival dell'assenteismo di Sanremo. Eccoli lì, colti dalla telecamera la mattina, mentre si presentano in ufficio con passo stanco - come se stessero per iniziare otto ore di miniera -  e senza nemmeno chiudere la porta strisciano il loro e i badge dei colleghi (minimo due) prima di uscire verso il meritato riposo. Su 271 le Fiamme Gialle ne hanno beccati 196, ovvero il 72%. Roba da proporre una medaglia ai pochissimi che, invece, al lavoro ci andavano tutti i giorni, timbrando l'entrata e l'uscita: degli eroi.

A guardare il video diffuso dalla Finanza si resta a bocca aperta, increduli. Il gioco del passi timbrato sembra un balletto: striscia e vai, verso la libertà. A decine, uno via l'altro: si mettono persino in coda, per la truffa. Poi la telecamera si sposta: ecco le stesse persone ritratte nel corso della 'dura' giornata di lavoro sulla spiaggia, mentre mettono in mare la canoa con la quale si alleano ogni mattina, tempo permettendo, o in città,  carichi di borse della spesa, oppure al bar.  Davvero un blitz deprimente: verrebbe voglia di strappare via i pixel messi dalla Finanza su ognuno di quei volti oscurati ripresi nel video, verrebbe voglia di chiedere nomi e cognomi dei loro capi, che tanto magnanimamente lasciano correre. 

Ma certo chi li conosce non può avere dubbi sull'identità della signora in tubino blu con inconfondibile collana rossa penzolante o sul tipo in camicia azzurrina che timbra prima il suo badge, poi fa la finta di entrare in ufficio per fare subito retromarcia e timbrare il cartellino del collega troppo stanco anche solo per alzarsi la mattina. E che dire dello scansafatiche cosmico che neppure si veste, per la farsa del cartellino da rimbrare? Si presenta in costume (veramente sembrerebbe in mutande) e maglietta bianca, pronto per andare al mare, come altri che ciabattano in tenuta da spiaggia fino alla macchinetta sforna-stipendio, la attivano e se ne vanno felici.

E al di là di quella porta dell'ufficio che pochissimi si sognano di superare, ci si immagina la scena di un deserto post-atomico, con scrivanie impolverate, computer spenti, ambienti rimbombanti, attaccapanni vuoti. Mentre i cittadini, che magari devono chiedere un'ora di permesso per andare in Comune, poi non trovano mai l'addetto in grado di rispondere alle loro richieste. Chissà perché.