Giovedì 18 Aprile 2024

Girone in Italia, basso profilo. Non è finita

È UNA BUONA notizia. La Corte Suprema indiana, della quale si paventavano nuove lungaggini, ha invece consentito un condizionato rientro del fuciliere Salvatore Girone. Già nei prossimi giorni potrà riabbracciare i suoi cari e incontrare il suo collega e superiore Massimiliano Latorre, già autorizzato a rimanere in Italia fino al 30 settembre per motivi di salute. È tuttavia lecito ritenere che, scaduto tale termine, la Corte unifichi i due provvedimenti. Ora, dopo i primi entusiasmi, è necessario non commettere nuovi errori. Niente trionfalismi. Cerchiamo di ricordarci – ed è bene che al pubblico venga spiegato – che non si tratta affatto di una «grande vittoria», anche se va riconosciuto il buon lavoro fatto dal Governo e dalla diplomazia. Al fine di non creare facili illusioni, è quindi importante sia fatta chiarezza sui dispositivi di sentenza non solo della Corte di Amburgo, ma anche del Tribunale del Mare dell’Aja di fine aprile e l’ultima, della Corte Suprema indiana.

NESSUNA di queste ci dà verosimilmente ragione, e ciascuna comporta una serie di obblighi, restrizioni e caveat che sono ben lungi dal porre positive ipoteche sul futuro dell’intera vicenda. Il risultato tuttavia c’è, perché tutto sommato i due fucilieri sono qui, ed è quello che avevamo chiesto con l’ultima istanza. Non altro. Le severe modalità con le quali l’India ha acconsentito la permanenza in patria dei due militari sono dettate dalla propria Corte Suprema, che con questo riafferma la titolarità dell’azione giuridica. Accettandole, noi stiamo chinando il capo. Allora, a ben vedere, questo epilogo positivo, ma temporaneo, appare più come una «concessione» dell’India, che un «successo» tutto italiano. Allora, senza volere con questo smorzare comprensibili entusiasmi, occorre adeguarsi alla vera realtà della situazione e mantenere un basso e dignitoso profilo. Nel senso che sarà più appropriato, questa volta, se il gotha politico-militare non si presenterà a Ciampino sotto riflettori e telecamere, ma lascerà ai famigliari e qualche collega del San Marco la gioia dell’incontro. In quanto alla sfilata del 2 giugno, sarà bene che questi due bravi soldati – perché tali sono e così rimangono nei nostri cuori – la guardino al televisore del salotto di casa.