Salah campione vero, Montella lo stratega

TRA LA FIORENTINA di Montella e l’Inter di Herrera ci sono cinquant’anni di storia del calcio e un abisso tattico. Ma ieri sera per un minuto quella fuga in contropiede di Salah ha ricordato Jair e Mazzola degli anni ruggenti.

IL CAMPIONE EGIZIANO (e la parola è più che mai appropriata dopo la doppietta che affossa la Juve), ha il pregio di scavalcare le epoche e riproporre questo flash nostalgico che illumina la prima semifinale di Coppa Italia. Tocca ancora al piede del Faraone, morbido e opportunista, infilare per la seconda volta i bianconeri dopo un banale errore di Marchisio.

E’ UNA VITTORIA che vale quella dei viola, non solo per il peso dei due gol in campo esterno, ma per la maturità dimostrata nella gestione della partita. Salah decide con la velocità e con i suoi numeri da giocatore di alta scuola, ma la partita la vincono anche Neto (paratona su Tevez) e la strategia di Montella, inappuntabile nonostante le assenze di Savic , Pizarro e Borja Valero.

QUESTA FIORENTINA che infila il suo tredicesimo risultato utile consecutivo, fra campionato e Coppe, ha ormai conquistato una solidità e un equilibrio invidiabili. Badelj e Mati Fernandez sono i motori del gioco, ma tutta la squadra avanza e si ritrae a fisarmonica con l’armonia di un’orchestra. 

ALLEGRI HA ha la responsabilità di sottovalutare in partenza l’avversario, quando spedisce in campo il tridente d’attacco Pepe-Llorente-Coman e di illudersi che la risalita sia vicina dopo il gol dell’1-1 firmato dal bomber navarro. E invece la Fiorentina di avvio ripresa è la migliore del match, innamorata del gioco, della manovra, capace di stringere d’assedio la Juve fino al secondo colpo d’ala di Salah che inietta il suo veleno letale al centro dell’area.

PER RIVEDERE una Juve finalmente volitiva e arrembante Allegri deve rinnegare se stesso, spedendo in campo Morata, Tevez e Pereyra. Ma neppure gli dei bianconeri (con Vidal e Pogba sempre in ombra) riescono più a cambiare il corso del destino. E la Fiorentina firma con la storica vittoria di Torino la sua prova di maturità da grande squadra.