Martedì 23 Aprile 2024

Rom, il piano Alfano non piace alla Ue: "Discriminazione illegittima"

Bruxelles verso la bocciatura: impossibili interventi su base etnica. I radicali con Pannella avevano già denunciato l'illegalità dei campi rom

BRUXELLES, 20 giugno 2015 - ATTENTI a parlare di rom, di distruzione dei loro campi ed espulsione facile, perché tra principi fondamentali, trattati e direttive sono diversi i rischi di infrazione delle norme dell’Unione europea. Il piano annunciato dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, rischia dunque di esporre l’Italia a più illeciti. Lo dice indirettamente la Commissione europea, fornendo i riferimenti delle normative attualmente in vigore. Dando un’occhiata al diritto, con diverse atti con forza di legge e differenti fattispecie regolate, è facile capire dove e come si può incorrere in rischi di violazioni delle regole comuni.

 

INNANZITUTTO ci sono l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali e l’articolo 10 del Trattato sul funzionamento dell’Ue che vietano, espressamente, «qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale». Interventi mirati in senso privativo (l’espulsione) solo per la comunità rom rischia di configurare casi di discriminazione. Inoltre in base all’articolo 2 della direttiva 43 del 2000 sul principio di parità di trattamento delle persone, «sussiste discriminazione diretta quando, a causa della sua razza od origine etnica, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga».

Si pongono però altri problemi giuridici. Nella comunicazione (atto non vincolante) sull’integrazione dei rom del 2011 la Commissione ricorda che in Bulgaria e Romania circa il 23% e il 21% dei nuovi occupati sono rom. Un richiamo non casuale, dato che un’espulsione di rom con lavoro comporta la violazione del diritto di libertà di circolazione dei lavoratori prevista dall’articolo 45 del Trattato sul funzionamento dell’Ue. Mentre un’espulsione di rom che soggiornano sul Paesi da meno di tre mesi violerebbe gli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone.

 

LA SITUAZIONE è delicata, visto che all’atto pratico – sintetizzano in Commissione – la situazione «varia a seconda dello status della persona», e quindi rom per rom. Il caso italiano è poi ancor più spinoso. I radicali, con Marco Pannella, hanno denunciato la natura illegale dei campi rom, richiamando la comunicazione 173 del 2011. La comunicazione non è vincolante, e dunque non può imporre nulla. Tuttavia la direttiva 43 del 2000, vincolante, impone a tutti gli individui senza eccezione alcuna «l’accesso a beni e servizi e alla loro fornitura, incluso l’alloggio». Il piano per gli alloggi di Alfano, dunque, potrebbe anche essere letto come un tardivo adeguamento a una direttiva del 2000.