Usa, Rolling Stone si scusa. Lo stupro di gruppo non era vero

La rivista raccontò di una violenza avvenuta in un campus universitario della Virginia nei confronti di una studentessa del primo anno da parte dei membri di una confraternita, che ora ha deciso di fare causa al giornale

L'università della Virginia (Afp)

L'università della Virginia (Afp)

New York, 6 aprile 2015 - Avevano denunciato con un lungo articolo uno stupro di gruppo avvenuto all'interno di un campus universitario da parte degli adepti di una confraternita ai danni di una studentessa del primo anno. Ma ora sono stati costretti a ritrattare e scusarsi pubblicamente. Protagonista di questa storia la rivista Rolling Stones, che a novembre pubblicò l'articolo dal titolo "A rape on campus", "Uno stupro al campus" in cui si raccontava quanto avvenuto all'Università della Virginia, da parte di una confraternita chiamata Phi Kappa Psi. L'articolo ha innescato proteste sulla condotta sessuale nei campus, e costretto il presidente dell'Università della Virginia a sospendere le attività delle confraternite per sei settimane.

Ma un'indagine della scuola di giornalismo della Columbia, che ha definito la storia un "fallimento giornalistico che poteva essere evitato", ha rivelato che l'autrice del pezzo, Sabrina Rubin Erdely, non aveva mai neanche sentito i sette sospettatati autori dello stupro di massa. La prestigiosa rivista, peraltro, non ha neanche adottato alcun provvedimento disciplinare contro i responsabili della pubblicazione dell'articolo carente di qualsiasi verifica, basato solo sulla testimonianza della presunta vittima. L'editore, Jann Wenner, ha riferito la Cnn, non punirà né la reporter autrice della storia né i suoi superiori che ne approvarono la pubblicazione. Il 23 marzo scorso, peraltro, già gli inquirenti della polizia di Charlottesville, in Virginia, dove ha sede l'ateneo coinvolto, hanno riferito che la presunta vittima, identificata colo con il nome di fantasia "Jackie", benché sia stata sentita più volte dagli agenti non è mai riuscita a fornire elementi per sostenere quanto riferito nell'articolo di Rolling Stone. Prudentemente, per non escludere l'ipotesi che qualcuno abbia fatto pressione sulla presunta vittima, il capo della polizia locale Timothy Longo, ha dichiarato che il caso è "sospeso" ma non "chiuso", per lasciare la porta aperta ad nuovi sviluppi ove mai emergessero nuovi elementi.

Il direttore di Rolling Stone, Will Dana, si è scusato con i lettori e "con tutti coloro che sono stati danneggiati dalla storia", soprattutto i membri della confraternita Phi Kappa Psi. "Le aggressioni sessuali sono un serio problema nei campus ed è importante che le vittime di stupro denuncino - afferma Dana -. Ci rattrista pensare che la loro volontà di denunciare possa essere limitata dal nostro fallimento". Ma la confraternita non si accontenta delle scuse e ha deciso di avviare un'azione legale contro Rolling Stone. "Dopo oltre 130 giorni vissuti sotto una nuvola di sospetto a causa dello sconsiderato articolo di Rolling Sone, oggi la Alpha Chapter of Phi Kappa Psi della Virginia ha annunciato l'intenzione di perseguire tutte le azioni legali disponibili contro il magazine", ha affermato la confraternita in un comunicato.

Duro il giudizio del rettore della scuola di giornalismo della Columbia University di New York: "Questa storia rappresenta un fallimento del giornalismo, del tutto evitabile. Fallimento sistemico che ha coinvolto tutta la catena editoriale della rivista, chi ha scritto il servizio, chi lo ha editato, chi lo ha controllato e chi ha (o meglio avrebbe) verificato l'autenticità dei fatti (fact-checking)".