Giovedì 25 Aprile 2024

Casa Siffredi, pornostar in famiglia. La verità su Rocco, "sex symbol pieno di acciacchi"

Debutta giovedì su La5 il docureality "Casa Siffredi" sulla vita del pornodivo

Rocco Siffredi con la moglie Rozsa e i figli Leonardo e Lorenzo

Rocco Siffredi con la moglie Rozsa e i figli Leonardo e Lorenzo

Milano, 15 marzo 2016 - La banalità del porno. Luci dei riflettori sulle luci rosse. È questa l’intenzione del docureality “Casa Siffredi” in onda su La5 da giovedì (si comincia in prima serata) che racconta la vita quotidiana della ex pornostar Rocco Siffredi e della sua famiglia. L’occasione è ghiotta per spiare l’esistenza di tutti i giorni di un personaggio che appartiene all’immaginario collettivo. Lo vedremo - nella sua magione nei pressi di Budapest - alle prese coi figli Lorenzo (19 anni, studente di economia, fidanzato da 4 anni con Laura) e Leonardo (16 anni, nazionale di atletica in Ungheria) e nella collaborazione con la moglie Rosza, che lo assiste nelle scelte professionali. Lo seguiremo anche nei suoi viaggi fra la nativa Ortona (Chieti), Milano, Napoli per rimpatriate familiari, nelle interviste, nelle sfilate, e mentre incontra il socio viticoltore Jarno Trulli o prepara un libro con la scrittrice Melissa P. e una web-serie con i The Jackal.

Siamo abituati a vederla in una veste un po’ diversa. Questo programma ci offrirà una sua visione più domestica?

«Certo: definitivamente familiare e definitivamente reale. La mia paura era coinvolgere la famiglia nel mio mondo, invece la loro risposta è stata molto divertente, all’insegna del “perché no?”. Con l’occasione sono riuscito a realizzare un mio vecchio sogno, l’accademia di giovani pornostar. L’ho fatto anche per le persone a casa, che magari hanno qualche pregiudizio sul mio lavoro. Qualcuno pensa sia estremamente facile, qualcuno pensa che che io sc... e basta: invece ho voluto far vedere come funziona il mio mondo e le regole del porno che faccio io».

I suoi familiari come hanno reagito?

«Si sono messi in mostra, si sono divertiti, è stato un modo per mettersi in gioco. Per me è stata una grossa sorpresa vedere i miei figli così naturali. Me li aspettavo più impacciati. Loro sono cresciuti in Ungheria senza tabù: hanno capito quale fosse il mio lavoro già da piccoli, non glielo abbiamo mai nascosto».

Cosa ha scoperto con questo programma?

«Tante persone pensano che io sia una macchina da sesso, e invece troveranno - purtroppo per me - anche tanti difetti, un sex symbol con tanti acciacchi, e anche molte ansie. Troveranno tante sfaccettature di me, non sono un robot. Ma credo che il personaggio numero uno sarà mia moglie Rozsa, per tanti sarà interessante scoprire come fa una donna a vivere con una pornostar».

L’avevamo lasciata, alla fine dell’Isola dei Famosi, che aveva raggiunto la pace dei sensi. In seguito è riuscito a ritrovare l’irrequietezza del corpo?

«È stata molto dura. Nell’accademia trovare un erede non è stato facile. Il mio lavoro adesso è stare dietro la telecamera ma, mentre realizzo i miei film, c’è sempre una parte di me che vorrebbe stare lì davanti, e non sto a spiegare quale...».

Ha trovato l’erede?

«È molto complicato. La nuova generazione è diversa. Non c’è più quella dedizione, quella passione, quell’abnegazione di una volta. Vogliono tutto e subito, senza far fatica. Si buttano sul set con tutto il doping che la farmaceutica offre oggi. Ma l’amore, la passione per la donna, il romanticismo vero non ci sono più».

Lei ha mai usato quello che chiama “doping”?

«Io per fortuna sono sempre riuscito a gestire i miei film: ho sempre scelto donne che mi facevano eccitare, con quelle brutte non ci ho mai lavorato. Non dovendo più rispettare i ritmi che osservavo da giovane, quel tipo di doping non mi è mai stato necessario».