La Terra ha la febbre, ecco a che velocità va il riscaldamento globale

L'impennata del global worming: il 2015 è l'anno più caldo mai registrato. I dati allarmanti di Nasa (che pubblica un video in time-lapse), Noaa e Met

Surriscaldamento del globo terrestre (Nasa)

Surriscaldamento del globo terrestre (Nasa)

Roma, 21 gennaio 2016 - Una cosa è sicura: il 2015 è stato l'anno più caldo mai misurato dalla nascita della meterologia moderna: cioè dalla bellezza di 136 anni. Lo dicono la Nasa e la NOAA. E lo dice il Met Office/Headley Center britannico. Sono le  istituzioni scientifiche che da decenni controllano la febbre del pianeta, con stazioni a terra e satellitari, e la loro affidabilità è molto, molto alta.

Secondo la Nasa il riscaldamento è di 0.90° rispetto alle media 1901-2000, secondo il Met office è di 1 grado rispetto al 1850-1900 e di ben 0.75° rispetto alla media 1961-1990.  Secondo Nasa/Noaa è di 0.87° rispetto al periodo 1950. Comunque è un riscaldamento senza precedenti, che - dati Met Office - vede il 2015 sopravanzare il 2014, il 2010, il 2005 e, a pari merito, il 2009 e il 2003, ai quali seguno, a pari merito, il 2013 e il 2006. L'aumento è senza precedenti anche rispetto al secondo anno più caldo, il 2014: ben 0.16°. In un solo anno. E' un dato ormai già previsto da mesi, e che ha avuto conferma dopo un rovente dicembre, che è stato ben 1.1° sopra la media del 20° secolo.

L'anomalia della temperatura globale media (Met Office)

Da notare che sulle aree emerse (gli oceani hanno una notevole inerzia termica) l'aumento è stato anche più alto: secondo la NOAA di 1.36° rispetto alle media del 20° secolo. La maggior parte del riscaldamento è avvenuto negli ultimi 35 anni, con 15 dei sedici anni più caldi che sono stati registrati dopo il 2001. La progressione è impressionante, come dimostra un video in time lapse pubblicato dalla Nasa. 

A causare il riscadamento senza precedenti sono ovviamente - come dimostrano le ricerche dei più autorevoli gruppi di cerceca climatologica raccolte nei rapporti IPCC (e approvate da tutti i governi del mondo) - le emissioni dei gas serra, in larga parte causate dal consumo di combustibili fossili, ma a dare un contributo importante nel 2015 c'è stato il fenomeno di riscaldamento oceanico chiamato ENSO: El Nino southern oscillation. Secondo studiosi come Michael Mann, El Nino, un El Nino di portata eccezionale, potrebbe aver contribuito per un terzo.

E poteva andare molto peggio se non fosse che il nostro sistema climatico ha una alta capacita di assorbimento della Co2 e ha "intrappolato" negli oceani gran parte della Co2 aggiuntiva immessa dall'uomo. Un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change mostra come gli oceani e i mari hanno assorbito negli ultimi 18 anni più Co2 che ne precedenti 130 anni. Questo naturalmente non viene senza un prezzo, e il prezzo è la crescente acidifiacazione degli oceani stessi. el 30% più acidi. L'acidificazione costuisce una minaccia per la vita marina, in primis per i coralli (e le ricche comunità ad essi associate) ma anche per i crostacei, le conchiglie e in generale - come indica un recente studio che fa la somma di ben 620 ricerche - per tutta la fauna marina.

Tutto questo per dire che il cambiamento climatico non è un evento previsto da modelli "inaffidabili" (come sostengono i pochi scienziati negazionisti): è qualcosa che sta già succedendo. E quindi gli stati farebbero bene a riempire di contenuti l'accordo di Parigi, impegnandosi in tagli veri. Altrimenti il trend continuerà e l'obiettivo di contenere in due gradi il riscaldamento dall'epoca preindustriale - ancora teoricamente possibile benche difficilissimo da ottenere per l'inerzia dei governi -  sarà definitivamente perso. Serve una mossa, non belle chiacchere.