Confindustria: la ripresa rallenta, rischio credit crunch per le banche

Nel secondo trimestre il Pil italiano è cresciuto dello 0,15% contro lo 0,25% stimato. Pesano Brexit, incertezza politica e terrorismo

Lavoro in industria

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Roma, 21 luglio 2016 - Nel secondo trimestre il Pil italiano è cresciuto dello 0,15% contro lo 0,25% stimato e non sarà "molto più vivace anche nel terzo". A dirlo è il Centro Studi di Confindustria nella sua ultima Congiuntura flash, in cui osserva che "all'incertezza derivante dalla Brexit si sommano le difficoltà del sistema bancario (non solo in Italia). Fattori che accrescono i rischi al ribasso per l'andamento" della nostra economia. 

"Il crollo delle quotazioni delle banche italiane - si sottolinea nello studio - accentuato dalla Brexit, rispecchia le attese di maggior fabbisogno di capitali e ne rende più arduo il reperimento, proprio quando le risorse del Fondo Atlante sono quasi esaurite e gli esiti dei nuovi stress test Eba-Bce (che saranno diffusi il 29 luglio) potrebbero indicare debolezze da sanare. C'è il rischio di una nuova fase di credit crunch (stretta del credito)". "Dopo le garanzie pubbliche per la raccolta di liquidità tramite bond (varate a fine giugno), altri interventi sono allo studio anche per favorire le eventuali ricapitalizzazioni".

Il Centro studi di Confindustria incalza. "L'incertezza politica è il tratto distintivo e dominante dell'attuale scenario economico internazionale. Nuovi attacchi terroristici e cruciali appuntamenti elettorali dagli esiti in bilico e dalle conseguenze potenzialmente dirompenti rendono ancora più fragile la crescita globale". La quale - prosegue - "a metà del 2016 risulta essere la più debole degli ultimi tre anni e mezzo, nonostante si siano registrati progressi in Usa e in alcuni dei principali emergenti". 

In Italia la risalita della produzione industriale, "già molto disomogenea tra settori e quindi poco solida", ha subito una nuova battuta d’arresto nel secondo trimestre e, di conseguenza, costringe a rivedere all’ingiù le stime di variazione del Pil. "L’export è in recupero mentre l’aumento della domanda interna si sta infiacchendo a causa dei consumi, con gli investimenti che invece tengono il passo". 

Buone notizie, però, arrivano sul fronte del lavoro, dove "si consolida la risalita dell'occupazione". L'aumento - viene fatto rilevare - ora non riguarda più solo le forme contrattuali incentivate: un segnale importante di consolidamento dei progressi avviati ormai da oltre due anni". Nel bimestre aprile-maggio il numero di persone occupate è aumentato di 97mila unità (+0,4%), dopo le +25mila del primo trimestre (+0,1%); il livello in maggio è ai massimi da aprile 2011. 

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