Giovedì 18 Aprile 2024

Riportare in vita i morti, gli americani tentano il colpo

Gli scienziati provano a rigenerare il cervello di individui clinicamente morti attraverso un mix di terapie, tra cui lʼiniezione di staminali

Rappresentazione grafica del cervello (Ansa)

Rappresentazione grafica del cervello (Ansa)

New York, 5 maggio 3016 - Riportare in vita il cervello di persone morte, per quanto possa sembrare incredibile, è tecnicamente possibile. Al progetto sta lavorando un gruppo di medici della Bioquark.

La società americana ha ottenuto l’ok dalle autorità Usa a sperimentare nuovi sistemi per riaccendere le funzioni vitali superiori in organi ormai spenti. In particolare gli scienziati hanno avuto il permesso di studiare 20 pazienti dichiarati clinicamente morti in seguito a traumi della testa per verificare, con il consenso dei familiari, se e come i segmenti del tronco encefalico possono essere resuscitati.

Per inseguire questo miraggio i partecipanti alla sperimentazione proveranno di tutto: cellule staminali iniettate nel cervello del defunto, docce proteiche, stimolazioni del nervo già utilizzate per risvegliare persone in coma. «Vogliamo unire le conoscenze più evolute di cui disponiamo – ha dichiarato Ira Pastor, Chief Executive Officer di Bioquark – per sviluppare una nuova classe di farmaci biologici mai concepita prima d’ora».

Le persone sottoposte a queste sollecitazioni sono certificate come clinicamente morte, e tenute in vita solo artificialmente con le macchine cuore polmone, la respirazione automatica e l’alimentazione per via endovenosa. I soggetti saranno mantenuti in questa condizione di non-vita per diversi mesi durante i quali saranno monitorati con diverse apparecchiature, dai potenziali evocati all’elettroencefalogramma, fino alle tecniche di risonanza più sofisticate, per vedere quali eventuali segnali di rigenerazione si possono cogliere, sopratutto nelle sedi dei centri vitali del midollo allungato, quella delicatissima regione tra la nuca e il cranio che regola la respirazione, il battito cardiaco e altri automatismi.

Il team vuole vedere se le cellule staminali del cervello, opportunamente istruite, possono restaurare i processi vitali secondo un processo di rigenerazione visto in alcuni organi animali, al fine dichiarato di applicare tali conoscenze per contrastare le malattie degenerative del sistema nervoso e in generale i processi di invecchiamento.