Pensioni, arrivano mini-rimborsi. Inghippo per le 'reversibilità'

Eredi obbligati a fare domanda. Fondi previdenziali, addio portabilità

Tito Boeri

Tito Boeri

Roma, 1 agosto 2015 - TRA OGGI e lunedì 4,4 milioni di pensionati otterranno i mini-rimborsi riconosciuti dal governo per dare attuazione alla sentenza della Consulta sulla mancata rivalutazione degli assegni. Potrebbero non ricevere neanche un centesimo, però, sia gli eredi dei titolari di assegni che nel frattempo sono deceduti sia gli stessi destinatari di trattamenti di reversibilità collegati agli stessi pensionati. Per tutti questi ultimi, la conquista anche solo di un pezzo del "maltolto" sarà possibile solo avventurandosi in un impervio percorso a ostacoli fatto di domande telematiche all’Inps, Pin e mille documenti da allegare. Una vera e propria beffa.

QUESTO mentre alla Camera, sempre sul versante previdenza, è saltata la norma del disegno di legge sulla concorrenza (fortemente osteggiata dai sindacati) relativa alla portabilità dell’iscrizione tra i diversi fondi pensione complementari. Un emendamento del pd Marco Causi prevede, invece, la convocazione di un tavolo ad hoc tra le parti sociali e i ministeri del Lavoro e dell’Economia per avviare la riforma dell’intero settore con l’obiettivo di favorire la crescita dimensionale delle strutture. Una novità alla quale si aggiunge un altro cambiamento rilevante sempre a firma Causi: la possibilità di anticipare di cinque anni la riscossione della pensione integrativa in caso di perdita del lavoro per gli over 55enni.

MA torniamo al caso dei rimborsi. In base al decreto legge del governo, come ha calcolato l’Ufficio parlamentare di bilancio, le cifre che saranno restituite ai pensionati (con assegni superiori a tre volte il minimo, circa 1.500 euro lordi) vanno da 816,4 euro per le fasce più basse a 319,8 euro per le fasce più alte. La restituzione integrale per il triennio 2012-2014 sarebbe stata rispettivamente di 3.008 euro e 4.157 euro; il provvedimento restituisce quindi tra il 27,1% e il 7,7% della somma complessiva. Senza contare che chi ha redditi da pensioni superiori a sei volte il minimo (oltre 3.000 euro lorde al mese) non avrà alcun rimborso. Il decreto, insomma, prevede "una restituzione assai parziale, meno del 12% del totale, della mancata indicizzazione" ma "concentra le limitate risorse nelle classi di pensionati con redditi più bassi".

ORA, poiché la mancata rivalutazione si riferisce agli anni 2012-2014, gli arretrati dovrebbero spettare anche agli eredi o ai destinatari di pensioni di reversibilità derivanti da pensionati deceduti nel frattempo. E, in effetti, il diritto al «maltolto» è loro riconosciuto. Peccato, però, che l’Inps stabilisca che in entrambi i casi gli eredi o i titolari di trattamento di reversibilità (i quali ultimi hanno diritto anche all’adeguamento della rendita per il 2015 e gli anni a venire) devono presentare all’Istituto specifica domanda. Bontà dell’Inps, però, può essere anche un solo erede a chiedere gli arretrati per tutti. La via è quella telematica. Salvo che i moduli, per chi non abbia un Pin «dispositivo», devono essere ritirati presso gli sportelli Inps oppure presso quelli di un patronato. Pensate che sia finita? Neanche per idea: alla richiesta andrà allegata una raffica di documenti, tutti in versione 'pdf': dalla carta d’identità al codice fiscale, da varie certificazioni sostitutive. Ovviamente per tutti gli eredi. Niente paura e nessuna rinuncia, però: ci sono ben cinque anni di tempo per rivendicare il mini-rimborso.

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