Giovedì 18 Aprile 2024

Riccione, colonie fantasma in riva al mare. E il Futurismo può attendere

Ferma dal 2001 la trasformazione in villaggio vacanze Invia le tue segnalazioni a [email protected]

IN ROVINA  Le colonie

IN ROVINA Le colonie

Riccione, 10 ottobre 2014 - Un villaggio turistico tra i più grandi affacciati sul mare Adriatico. Con almeno 350 stanze capaci di accogliere oltre 800 persone in sale congressi, piscine immerse in una laguna, campi sportivi, residence e spiaggia privata. Un sogno a occhi aperti del quale rimangono i muri scrostati, le pareti cadenti, i solai caduti a terra per l’avanzare incessante del degrado. Oggi, di Futurismo, questo il nome del progetto che voleva dare nuova vita a un insieme di colonie a Riccione, rimane solo il nome stampato sulle tavole di progetto e sugli accordi tra enti rimasti nei cassetti. Era il 2001 quando l’allora sindaco, Daniele Imola, annunciò trionfante l'avvio dell'iter per Futurismo.

Una cordata di imprenditori privati guidata da Eden viaggi, era pronta a investire denaro sonante. Le prime stime, fatte quando ancora c’era la lira, parlavano di circa 13 miliardi. Valori raddoppiati nel giro di pochi anni. Mentre le previsioni delle spese aumentavano, gli uffici del Comune prima e della Provincia poi valutavano il da farsi. Passarono gli anni, un paio per la precisione, e Nardo Filippetti, titolare del Eden viaggi, lanciò il primo avvertimento. Era la primavera del 2003 quando disse: «In Italia la burocrazia ingessa l'economia. All’estero apriamo e qui niente. Crediamo in Futurismo, ma l’entusiasmo può spegnersi». Per una parte del progetto, riguardante la colonia Adriatica e soprattutto la Reggiana, esempio di architettura di inizio secolo tutelata dalla Soprintendenza, quindi solo ristrutturrabile, l’iter per avere le concessioni appariva alla portata.

Mentre per il rudere della ex colonia Savioli, divenuta la casa di senzatetto e disperati, i tempi si allungavano. Passarono due anni e nel 2005, finalmente Comune, Provincia e Regione trovarono l’accordo per poter dare i natali a Futurismo. Ma poco dopo un nuovo stop. Cinque mesi più tardi, è il novembre del 2005, la Provincia stoppa la contropartita immobiliare. Il ‘motore’ del progetto si inceppa e il proprietario di una parte delle aree che ne avrebbe avuto benefici, raffredda il proprio entusiasmo. Si tratta di Armando Arcangeli, anima del calzaturificio Valleverde fino a pochi anni fa. L’operazione ottiene un sostanziale via libera pochi giorni dopo, ma senza appartamenti. Alberghi, servizi e pochi alloggi nel residence, punto e capo.

Ma la burocrazia non ha ancora finito il proprio percorso e continua a passare del tempo per le varianti. Intanto il mercato immobiliare rallenta fino a bloccarsi. Cambiano i tempi e il turismo non è più l’Eldorado. Futurismo cade nel dimenticatoio. Il nuovo sindaco della città, Renata Tosi, arrivata in giugno, ha deciso di richiamare i titolari di Eden viaggi. «Per due colonie, Reggiana e Adriatica, si può ripartire. Se ci saranno le condizioni, noi ci siamo».