Giovedì 18 Aprile 2024

Report, Gucci al contrattacco: "Affermazioni false e diffamatorie"

La maison replica alla Gabanelli sull'utilizzo irregolare di manodopera cinese / REPORT CONTRO GUCCI / ROSSI ATTACCA REPORT: "NOI INSULTATI E DANNEGGIATI" / IL SINDACO DI SCANDICCI: "PER NOI DA' LAVORO A PIU' DI 7MILA PERSONE"

Un artigiano di Gucci personalizza una borsa

Un artigiano di Gucci personalizza una borsa

Milano, 22 dicembre 2014 - Dopo la trasmissione di ieri sera durante la quale Milena Gabanelli con il suo Report ha denunciato con una inchiesta lo stato della produzione di pelletteria nel distretto fiorentino, puntando il dito in modo particolare su quella della maison Gucci dopo l'autodenuncia di un artigiano sul forte impiego di maestranze cinesi a cottimo e con lunghi e non controllati orari di lavoro, ecco la pronta risposta della Gucci azienda che ha sede a Casellina, nell'immediata periferia fiorentina e che fa parte del Gruppo Kering del francese Francois Henry Pinault.

“Gucci si dissocia nel modo più assoluto dai contenuti e dalla forma del servizio mandato in onda domenica 21 dicembre nell'ambito della trasmissione Report. La signora Gabanelli non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando - attacca il comunicato della maison del lusso -. Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576), non sono testimonianza della realtà Gucci”.

In particolare dall'azienda fanno sapere che tutto ciò che riguarda l'uso di forza lavoro cinese a basso costo “è falso” e “fortemente diffamatorio”. Cosi come viene considerata lesiva la frase del servizio televisivo secondo cui "..... all'interno dell'azienda ...ci deve essere un prestanome italiano...". Nel comunicato si precisa anche che “accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola – sabotando i sistemi di controllo in essere – è una truffa dalla quale Gucci si dissocia e che perseguirà in tutte le sedi. Gucci produce il 100% della pelletteria in Italia dando lavoro a oltre 7.000 addetti tra fornitori di primo livello (1.981) e fornitori di secondo livello. Di questi addetti, circa il 90% sono di nazionalità italiana, mentre tutte le 576 aziende sono italiane. Tutti i fornitori di primo e di secondo livello vengono regolarmente controllati (circa 1.300 verifiche l'anno, anche notturne) sul rispetto delle regole e il corretto trattamento delle persone. Ricordiamo che il lavoro notturno, se svolto secondo la normativa, non è reato: si chiama straordinario o turnazione”.

Gucci contina a smarcarsi dai contenuti del servizio della Gabanelli perché da anni mantiene la produzione in Italia. “Gucci depreca la rappresentazione che Report ha voluto dare dell'azienda e assicura che “percorrerà tutte le strade per tutelare i propri diritti, la propria immagine e il proprio marchio, nonché il lavoro di oltre 45.000 persone in Italia tra dipendenti diretti e filiera produttiva”. Non manca un accenno e una considerazione sull'artigiano che si è autodenunciato e ha portato le telecamere del programma di Rai3 nel suo laboratori. “Il signor Guidotti, attraverso la sua società Mondo Libero, ha contribuito da metà 2013, attraverso Almax, al fatturato degli accessori Gucci per lo 0,19% dell'intera produzione - spiega il comunicato ufficiale della società - Negli ultimi mesi, Mondo Libero ha subìto diversi controlli, anche notturni, a seguito dei quali sono emerse irregolarità relative all’assunzione del personale.Gucci ha chiesto la regolarizzazione di tali situazioni e Mondo Libero ha fornito evidenza che tali irregolarità erano state affrontate e per la maggior parte risolte. Per quanto riguarda l'apparente titubanza dell'ispettore ripreso a telecamere nascoste, si ricorda che le ispezioni avvengono in due parti: la prima è di controllo documentale e la seconda di azione. Le riprese televisive sono focalizzate sulla prima parte. Ricordiamo altresì che gli ispettori non hanno poteri coercitivi immediati, ma di audit. E l'audit ha evidenziato irregolarità che sono state risolte. Il sistema implementato da Gucci consente di remunerare adeguatamente il lavoro dei piccoli imprenditori artigiani a condizione che tutti gli attori coinvolti operino responsabilmente; studi commissionati all'interno del comitato di filiera hanno evidenziato che un laboratorio sano e gestito nel rispetto delle regole, consente al titolare un utile compreso tra l'8% e il 15%, retribuendo i lavoratori nell'assoluto rispetto dei contratti collettivi nazionali vigenti. Gucci è estranea a eventuali accordi tra fornitori di 1°e 2 livello, nel caso citato dal servizio tra Almax e Mondo Libero, non coerenti con le regole previste dal Protocollo sulla Filiera del 2009. La rappresentazione parziale e faziosa della realtà da parte di Report è quindi evidente e tende a stigmatizzare il comportamento di Gucci che invece è del tutto consono alle regole stabilite con le parti sociali”.

Nella presa di posizione e di difesa di Gucci non manca un accenno alla questione dei prezzi delle borse. “Per quanto riguarda il prezzo del prodotto, Report compara in maniera errata il prezzo di una borsa al pubblico con il costo di una singola fase di lavorazione. I 24 euro citati dal servizio si riferiscono solo all’assemblaggio parziale e non considerano minimamente, ad esempio, il costo della pelle, il costo del taglio, quello degli accessori, il confezionamento, la spedizione e tutto quanto necessario a rendere la borsa disponibile in negozio, fattori che moltiplicano fino a 25 volte quel numero - conclude il comunicato ufficiale - Gucci ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose”.

Eva Desiderio